mercoledì, 26 Giugno, 2024
Esteri

L’esercito: pausa tattica per gli aiuti umanitari. No di Netanyahu. Gallant: non ero informato

Israeliani in piazza contro il Governo: “Sette giorni di resistenza"

Una grande manifestazione di protesta in varie città di Israele e davanti alla residenza ufficiale di Benjamin Netanyahu a Gerusalemme e a Tel Aviv, dove il leader dell’opposizione, Yair Lapid, ha accusato il premier di “temporeggiare in modo che la gente dimentichi le sue colpe e responsabilità nell’assalto di Hamas del 7 ottobre 2023”. Ci saranno “sette giorni di resistenza” contro il Governo Netanyahu. Oltre a parte della popolazione anche l’esercito apre una polemica con il premier. L’Idf ha respinto le critiche del Governo alla decisione di sospendere i combattimenti lungo il corridoio umanitario di Gaza, nonché l’affermazione secondo cui la classe politica non sarebbe stata informata della decisione. I militari sostengono che il primo ministro Netanyahu ha recentemente incaricato i capi dell’establishment della sicurezza di aumentare in modo significativo gli aiuti umanitari destinati a Gaza e di consentire un accesso più sicuro agli operatori umanitari. Il premier Netanyahu ha detto che “la pausa è inaccettabile” e poi ha aggiunto: “Abbiamo un Paese con un Esercito, non un Esercito con un Paese”. Mentre il ministro della sicurezza di estrema destra, Itamar Ben-Gvir ha definito “delirante” la pausa militare: “Purtroppo questa mossa non è stata presentata al governo ed è contraria alle sue decisioni”. Addirittura il ministro della Difesa, Yoav Gallant, avrebbe rivelato di non essere stato informato. Le Nazioni Unite, invece, “accolgono con favore” l’annuncio di una pausa nelle operazioni militari israeliane nel sud della Striscia di Gaza. Jens Laerke, portavoce dell’Agenzia di emergenza dell’Onu, chiede che questo “porti ad altre misure concrete” per facilitare gli aiuti umanitari.

L’eventuale pausa tattica

Secondo notizie di stampa locale l’esercito israeliano prevede una “pausa tattica” nel sud di Gaza per consentire l’ingresso di più consegne di aiuti. Si tratta di una decisione circoscritta che interessa il percorso che va dal passaggio di frontiera di Kerem Shalom alla Salah al-Din Road, ovvero l’autostrada principale della Striscia e poi ancora verso nord in direzione dell’area di Khan Younis. “La pausa ha lo scopo di aumentare il volume degli aiuti umanitari. Dopo otto mesi di combattimenti tra l’esercito israeliano e i militanti di Hamas, il Programma alimentare mondiale (WFP) delle Nazioni Unite avverte che le popolazioni nella parte meridionale della Striscia di Gaza potrebbero presto soffrire gli stessi terribili livelli di fame di quelli riscontrati nel nord di Gaza” dice Carl Skau, vicedirettore esecutivo dell’agenzia, aggiungendo: “Mentre nel nord si registrano progressi nel sud la situazione si sta nuovamente deteriorando”.

Hamas pronto a un accordo?

Intanto il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, si è detto pronto ad accettare un accordo che garantisca un cessate il fuoco duraturo. Haniyeh, ha affermato che la risposta del gruppo all’ultima proposta di cessate il fuoco a Gaza è coerente con i principi avanzati dal piano del presidente Joe Biden. La dichiarazione è avvenuta in occasione della festa di Eid Al Adha. Secondo quanto riporta la tv satellitare al-Jazeera, Haniyeh ha affermato che Hamas è pronto ad accettare un accordo che garantisca un cessate il fuoco duraturo, il ritiro di tutte le forze israeliane da Gaza, la ricostruzione e un accordo per lo scambio di ostaggi trattenuti nell’enclave palestinese con prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

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