Venerdì, la Banca del Giappone ha annunciato una riduzione del suo vasto portafoglio di titoli di stato, segnando un cauto allontanamento dalla sua politica monetaria ultra-espansiva. Pur mantenendo i tassi invariati dopo una riunione di due giorni, la banca ha rivelato l’intenzione di “ridurre gradualmente gli acquisti di JGB (titoli di stato giapponesi) per permettere una maggiore formazione libera dei tassi a lungo termine”. Un piano dettagliato verrà deciso nel prossimo incontro di luglio. La decisione di posticipare l’azione ha indebolito lo yen, portandolo sopra 158 per dollaro. La BoJ aveva già aumentato i tassi a marzo per la prima volta dal 2007, nel tentativo di normalizzare la politica senza destabilizzare l’economia.
“Permangono forti incertezze”
Il governatore Kazuo Ueda ha dichiarato che un aumento a luglio è “possibile” in base ai dati economici. La mossa di venerdì rappresenta un ulteriore passo verso l’uscita da oltre due decenni di allentamento quantitativo. Ogni mese, la BoJ mira ad acquistare titoli di stato per circa 6.000 miliardi di yen (38 miliardi di dollari). La portata degli asset della BoJ è colossale e la banca detiene più della metà del valore di tutti i JGB in circolazione. Ueda ha assicurato ai giornalisti che “l’entità della riduzione sarà adeguata” in un piano “solido” e trasparente. Negli ultimi anni, altre banche centrali hanno aumentato aggressivamente i tassi per combattere l’inflazione, mentre la BoJ ha mantenuto politiche di denaro facile, portando il valore della valuta giapponese al minimo in 34 anni ad aprile e spingendo le autorità a intervenire sui mercati valutari. La BoJ punta a un’inflazione del 2%, trainata dagli aumenti salariali. La banca ha indicato che fattori come condizioni finanziarie accomodanti sono alla base della graduale intensificazione di “un ciclo virtuoso dal reddito alla spesa”. Tuttavia, “permangono forti incertezze sull’attività economica e sui prezzi in Giappone”.