L’economia Ucraina è allo stremo. Il vice ministro Oleksiy Sobolev ha dichiarato in un’intervista che “il bilancio è in rosso” e si dovranno trovare modi di “raccogliere fondi per mantenere stabile la situazione macroeconomica, per sostenere l’esercito e vincere la guerra contro la Russia.” Al di là della retorica è stato deciso che a partire dall’estate saranno messe all’asta una ventina di aziende statali, compreso l’Hotel Ukraine e un grande centro commerciale a Kiev e diverse compagnie minerarie e chimiche. Si tratta di coprire un deficit di 5 miliardi di dollari e, soprattutto, sostenere le spese militari. Per questo aspetto c’è un altro risvolto: i parlamentari hanno annunciato una proposta di legge che consentirebbe alle aziende di pagare una tassa mensile per evitare che i loro dipendenti vengano arruolati nell’esercito, dato che la mobilitazione ha aggravato la carenza di lavoratori. In Russia, invece, la situazione economica non sembra così drammatica e nella “Giornata nazionale” il Presidente Putin, anch’egli retoricamente, ha dichiarato: “non è facile per il nostro Paese, siamo nuovamente uniti dal patriottismo e dalla responsabilità per il destino della Madrepatria.” Mentre gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni: “le misure colpiscono l’approvvigionamento di materiali e attrezzature internazionali, incluse le forniture critiche provenienti da Paesi terzi”, ha spiegato la segretaria al Tesoro Janet Yellen. Nella lista di entità prese di mira dalle nuove sanzioni americane ci sono più di 300 obiettivi, inclusa la Borsa di Mosca.
G7; aiutare l’autodifesa di Kiev
Il G7 che si tiene in Italia, intanto, vuole “aumentare la produzione e le consegne” di armi “per aiutare l’autodifesa dell’Ucraina”; almeno questo quanto risulterebbe da una prima bozza di accordo per la dichiarazione finale. E i leader dei sette grandi faranno appello anche alla Cina affinché smetta di consentire e di sostenere la guerra della Russia contro l’Ucraina. L’accusa a Pechino è quella di fornire alla Russia tecnologie e componenti – alcuni trovati nelle armi, altri necessari a costruirle – aiutando gli sforzi di Mosca per aggirare una dopo l’altra le ondate di restrizioni commerciali del G7 su molti di questi prodotti.
Lavrov: occidentali fomentano neonazismo
Mosca ha reagito sia all’annuncio delle sanzioni americane che alle ipotesi trapelate dai lavori diplomatici per il G7. Gli Stati Uniti e i loro alleati in Europa stanno cercando di fomentare sentimenti radicali, sia in Ucraina che nei Paesi dell’Unione Europea, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov durante una conferenza stampa tenuta dopo i colloqui con il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez. “La minaccia di un tale sviluppo degli eventi – ha detto – purtroppo, esiste a causa della politica degli Stati Uniti e dei loro alleati europei, che stanno cercando in tutti i modi di fomentare i sentimenti nazionalisti ultra-radicali e i sentimenti neonazisti diretti, anche in Ucraina, che viene usata per la guerra contro la Federazione Russa. Ma anche in alcuni Paesi dell’Unione Europea, che sono, secondo le dichiarazioni di Bruxelles, un modello di democrazia”.
Nato: l’Ungheria “leale”
“Ho ricordato al segretario generale, che qui gode di grande stima, che l’Ungheria è un alleato leale della Nato: siamo tra gli alleati, non numerosi, che rispettano tutti gli impegni sulla spesa, dato che spendiamo oltre il 2% di Pil in difesa e centriamo il target del 20% sullo sviluppo di capacità”, ha dichiarato il premier ungherese Victor Orban. “È ben noto che la nostra posizione è differente dalla maggioranza degli stati membri della Nato su come possiamo arrivare alla pace. Ma abbiamo sempre potuto articolare le nostre opinioni e per questo siamo grati a Stoltenberg: l’Ungheria non ha la capacità o la forza per cambiare le opinioni di altri Paesi che hanno più peso. Ma Budapest non darà fondi o uomini per queste operazioni in Ucraina né garantirà l’uso del suo territorio”. Orban si riferiva al pacchetto per Kiev che, stando alla proposta di Stoltenberg, prevederà un ruolo di coordinamento della Nato nella fornitura degli aiuti militari, dell’addestramento dei militari nonché un impegno finanziario pluriennale per sostenere lo sforzo bellico ucraino. Stoltenberg ha confermato, da parte sua che “l’Ungheria non parteciperà agli sforzi della Nato per l’assistenza militare e finanziaria all’Ucraina”. “Accetto questa posizione”, ha aggiunto perché “non è obbligatorio impegnarsi in tutte le missioni della Nato”.
Esercitazioni russe ai Caraibi
Infine è arrivata la smentita anche da Washington che letre navi russe e un sottomarino a propulsione nucleare arrivate ieri a Cuba per esercitazioni navali nel Mar dei Caraibi possano rievocare la crisi di Cuba del ‘62. Le navi russe stazioneranno davanti alle coste Usa fino a lunedì. L’Avana afferma che nessuna delle navi trasporta armi nucleari e anche Washington afferma che le esercitazioni “non rappresentano una minaccia diretta per gli Stati Uniti”. Le manovre militari hanno lo scopo di proiettare un’immagine della Russia come potenza globale con influenza ben oltre le sue acque territoriali. Secondo la marina russa le navi arrivano nel mar dei Caraibi “nell’ambito della cooperazione internazionale.”