A partire dal 21 giugno 2024 sarà disponibile in libreria e nei negozi online ‘Si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita’. Il libro, a cura di Rodolfo Zucco, pubblicato da Mimesis, raccoglie gli scritti sul calcio di Giovanni Raboni (Milano 1932 – Fontanellato 2004), uno dei poeti più significativi della seconda metà del Novecento, traduttore, critico militante, commentatore politico e di costume, oltre che interista sfegatato.
Calcio e poesia
“Perché mi piace il calcio? Ogni tanto me lo chiedo. Quella per lo sport è una passione veramente gratuita, non ha senso”. Raboni iniziò a frequentare lo stadio giovanissimo, con il padre e il fratello, per seguire le partite casalinghe dell’Inter, e ha dedicato al calcio una piccola ma preziosa parte della sua produzione poetica e giornalistica. Vi si potranno leggere pagine sul “compagno di tifo” Vittorio Sereni, con cui a partire dai primi anni Sessanta ha frequentato regolarmente gli spalti di San Siro, versi sul calcio, come quelli della ‘Canzoncina della mezzala sinistra’, del 1979, e prose appassionate, come la famosa intervista pubblicata dal Giorno il 26 gennaio 2004, ‘Inter, non ti perdono di aver mollato Baggio’ Quella del calcio nella poesia italiana è una presenza costante, a partire almeno dalla Ode che Leopardi dedicò ‘A un vincitore nel pallone’. Oltre a Raboni e a Sereni (‘domenica sportiva’), da segnalare le 5 poesie sul calcio di Umberto Saba, tra cui le celebri ‘Goal’ e ‘squadra paesana’, o ‘La partita di calcio’ di Alfonso Gatto. Sul tema si cimentarono, oltre a moltissimi altri, anche Mario Luzi che scrisse ‘Ai campioni del Torino, e Pier Paolo Pasolini, tifoso del Bologna, che amava giocare coi suoi ragazzi di vita e che vedeva nel calcio una sorta di rito arcaico e un linguaggio a sé, pur prevedendo che il fattore economico avrebbe rovinato quell’elemento sacrale che tanto lo colpiva.