martedì, 2 Luglio, 2024
Attualità

L’Italia, il G7 e le sfide del futuro. Il Papa e l’impegno per la pace

Oltre la geopolitica, i timori delle famiglie sono lavoro e salute. La crisi dei giovani e la necessità di ritrovare un Paese che sappia crescere

Sarà una settimana in cui l’Europa e il Mondo avranno come palcoscenico l’Italia. Il G7 organizzato dal nostro Paese si terrà dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia, a Fasano in provincia di Brindisi.

I riflettori saranno puntati sulle sessioni di lavoro non solo dei 7 leader che fanno parte del vertice, ma anche sulla partecipazione di altri 12 capi di Stato e di Governo, invitati come ospiti a Borgo Egnazia, in Puglia. Il G7 organizzato dal Governo del premier Giorgia Meloni, coinvolgerà 20 mila presenze tra delegazioni dei paesi fondatori e quelle invitate, forze dell’ordine e quanti lavoreranno alla riuscita di un appuntamento che cade in un momento delicatissimo con una agenda internazionale fitta di questioni di particolare urgenza: Africa, clima, sviluppo, migrazioni, Indo-Pacifico, sicurezza economica. In particolare il G7 dovrà affrontare i nodi irrisolti dei sanguinosi conflitti in Medio Oriente e Ucraina.

Prevalgano negoziati di pace

Uno dei momenti più significativi sarà il prossimo incontro tra Papa Francesco, – presente come oratore principale del confronto sull’intelligenza artificiale – e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il Vaticano conferma che quello del Pontefice con il leader USA sarà uno dei faccia a faccia che il Santo Padre terrà con altri capi di Stato presenti al forum. Vertici bilaterali con temi che toccheranno soprattutto le guerre in atto in Ucraina e in Palestina. Conflitti che Papa Francesco in questi mesi ha condannato con forza esortando il ritorno al dialogo, alla ricerca di un negoziato che faccia tacere le armi e affrontare un cammino di pace. In questo scenario si è posto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha voluto invitare in Puglia molti più leader di Stato e di Governo rispetto al G7, “Paesi”, che ricordano fonti di Governo, “possono dare un contri buto alla promozione e alle tematiche che sono state scelte come prioritarie, magari non sempre con un approccio condiviso, ma è attraverso il dialogo e la comprensione delle esigenze diverse che poi si riescono a ottenere i risultati”.

Il ruolo dell’Italia

Come è noto l’Italia sul terreno delle due guerre ha una posizione chiara di aiuto e sostegno all’Ucraina, – il programma del G7 vedrà intervenire il primo giorno anche il presidente ucraino Zelensky – così come la proposta di due stati per due popoli per Israele e Palestina. Fin qui l’Italia e la Geo politica, lo scacchiere internazionale con tutti i suoi drammi e difficoltà. Tuttavia per gli italiani le esigenze e le preoccupazioni sono altre.

Cosa preoccupa gli italiani

Lo sottolinea la sondagista Alessandra Ghisleri, con il suo solito acume e sensibilità non solo verso i numeri ma verso quel sentimento sociale che dovrebbe essere preso molto più in considerazione dai partiti. Per la Ghisleri, – è la sua riflessione a proposito del voto europeo e dei conflitti in atto -, gli “Italiani sono preoccupati da stipendi e salute”. Il primo timore dei cittadini è ora: “l’economia familiare e la stabilità per programmare la vita”. Non che gli argomenti dei migranti, della guerra e del futuro dell’Ue, non siano nei pensieri degli italiani, ma le priorità, come detto sono attualmente, diverse, in una sintesi: l’impossibilità di programmare il domani.

Trovare forza in noi

Possiamo infatti affannarci nel comprendere guerre e tensioni nei mari dell’Indo-Pacifico, ma i nostri crucci rimangono quelli immediati che circondano e condizionano le nostre vite: la crisi delle nascite, i troppi giovani senza lavoro – l’occupazione cresce ma di over 40 -, la produttività dell’Italia ancora bassa per competere con mercati molto più innovativi dei nostri; le tasse che pesano in modo straordinario sulle aziende, il costo dei mutui, l’impossibilità per una coppia di avere una casa. Le imprese che non trovano personale adeguato o, addirittura, non lo trovano affatto, si pensi alla carenza di autotrasportatori, così come la crisi del personale della sanità. In altri versi dobbiamo fare di più noi, dobbiamo ritrovare quelle profonde radici e ragioni di un Paese che seppe uscire dalla guerra, crescere e primeggiare nel mondo come potenza industriale con punti di modernità come la sanità pubblica, i trasporti e un sistema di welfare sociale che era tra i più efficienti e inclusivi in Europa. Insomma dobbiamo concentrarci sulle nostre potenzialità che sono tante e che potrebbero farci fare un vero balzo verso il futuro.

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