venerdì, 5 Luglio, 2024
Esteri

Zelensky: l’Europa non più continente di pace. Putin: l’Occidente ha perso l’egemonia

La Francia ipotizza una “brigata” per l’Ucraina. Tajani: non siamo d'accordo

Al Presidente Macron, che lancia un’ipotesi di inviare una “brigata francese” in Ucraina, non risponde più neppure Putin, ma il portavoce Peskov: “sono dichiarazioni molto, molto provocatorie, aggravano l’escalation nel continente e non portano a niente di positivo.” La Francia aveva già ipotizzato l’utilizzo della legione straniera dove ci sono soldati apolidi e che non hanno ancora la nazionalità francese. Ipotesi poi lasciata cadere. Anche questa volta la possibilità messa in campo da Macron non trova consenso negli altri paesi europei. Tra questi Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, che ha, ancora una volta, sottolineato come “quella di Macron non è la posizione dell’Italia, noi non dobbiamo seguire nessuno. Bisogna evitare l’escalation. Noi non siamo in guerra con la Russia. Ci sono campagne elettorali e Putin cerca di dividere l’Europa che è unita nella sostanza”.

Zelensky: grazie alla Francia

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invece, alle celebrazioni del D-Day in Normandia ha dichiarato che “l’Europa non è più un continente di pace. Quello che succede oggi all’Ucraina potrebbe capitare domani ad altri Paesi“. E ha poi ringraziato la Francia “di essere al nostro fianco per difendere la vita”. “È in Ucraina – ha aggiunto – che si trova la chiave della sicurezza di tutta l’Europa. La frontiera orientale della Nato non può essere interrotta da una zona grigia al di fuori dell’alleanza”. Zelensky ha garantito poi che “senza il controllo dell’Ucraina, la Russia resterà uno stato nazionale normale e non un impero coloniale alla ricerca costante di nuovi territori”.

Nato: non esiste nessuna minaccia

Mentre il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha dichiarato quasi contemporaneamente a Zelensky che “finché non lasciamo spazio a malintesi o valutazioni errate a Mosca o in altre capitali di paesi che potrebbero potenzialmente attaccarci, non esiste alcuna minaccia militare contro i paesi della Nato”. Stoltenberg l’ha detto durante una conferenza stampa a Stoccolma con il primo ministro svedese Ulf Kristersson. “Non vediamo alcuna minaccia di un’azione militare immediata contro un paese della Nato”, ha aggiunto rispetto alla possibilità di invocare l’articolo 5 del Trattato in caso di attacco da parte di Mosca che ha accusato l’Occidente di cercare un’escalation. E il Presidente Putin, dal Forum di San Pietroburgo, ha ribadito che la Russia “non sta brandendo” le armi nucleari come una minaccia, “io parto dal presupposto che il mondo non arriverà mai a questo punto. L’uso di tali armi è possibile solo in casi eccezionali, che non si sono verificati.”

Putin al Forum di San Pietroburgo

Sull’altro fronte il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che l’interscambio commerciale di Mosca con i paesi che il Cremlino ritiene “amici” rappresenta i tre quarti del totale. Il mondo occidentale, secondo Putin, “vuole mantenere un ruolo egemone, che gli sta sfuggendo”. Nonostante tutti gli ostacoli e le sanzioni illegittime, la Russia rimane uno dei partecipanti chiave nel commercio mondiale e sta sviluppando in modo proattivo la logistica e la geografia della cooperazione”. Il Presidente russo ha spiegato che il volume degli scambi tra Russia e Medio Oriente è raddoppiato. Ha anche affermato che con i suoi partner stranieri la Russia aumenterà l’utilizzo di monete nazionali per gli scambi commerciali e che la quota delle esportazioni di prodotti russi diversi dagli idrocarburi aumenterà di due terzi entro il 2030: “Le forniture di prodotti finiti ad alta tecnologia sono aumentate, sosterremo attivamente tali prodotti diversi dal petrolio e dal gas, le esportazioni non energetiche, ed entro il 2030 il loro volume dovrebbe aumentare almeno di due terzi rispetto al 2023”.

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