lunedì, 1 Luglio, 2024
Attualità

Il Papa: “Cessi l’escalation delle guerre, servono dialogo e negoziati”

Nuovo appello del Pontefice in occasione del Corpus Domini

Un forte richiamo alla pace e alla cooperazione internazionale è stato quello lanciato ieri mattina dal Papa in Vaticano durante l’Angelus del Corpus Domini. In un momento storico segnato da conflitti e divisioni, Bergoglio ha invitato alla saggezza e al dialogo, sottolineando l’importanza di riportare l’amore e la speranza nelle strade devastate dalla guerra. Insomma, un appello ai governi delle nazioni affinché fermino l’escalation dei combattimenti in corso e si impegnino decisamente nella via dei negoziati. Chiaro il riferimento a quanto sta accadendo in Ucraina, in Palestina, in Israele e in Myanmar. Ma il Pontefice ha ricordato anche quanto sta accadendo in Sudan, dove la guerra che dura da oltre un anno non trova ancora una soluzione di pace: “Tacciano le armi e, con l’impegno delle autorità locali e della comunità internazionale, si porti aiuto alla popolazione, e i tanti sfollati e rifugiati sudanesi possano trovare accoglienza e protezione nei Paesi confinanti”.

A San Giovanni

Il tema della guerra è stato ripreso dal Santo Padre anche in occasione della celebrazione di ieri pomeriggio del Corpus Domini a San Giovanni in Laterano, con la processione che ha attraversato successivamente le strade di Roma (per giungere infine alla Basilica di Santa Maria Maggiore): un incontro con i fedeli che ha rappresentato un momento di grande intensità spirituale e di riflessione. Il grido di dolore del Papa “per le strade devastate dalla guerra e dall’indifferenza” è stato un invito a tutti i fedeli a un rinnovato impegno per la pace e la ricostruzione, affinché “l’aroma del pane dell’amore possa tornare a diffondersi ovunque per continuare a sperare e ricostruire senza mai stancarsi quello che l’odio distrugge”. Parole cariche di emozioni quelle di Bergoglio che ha espresso quindi nuovamente dolore e preoccupazione per i tanti conflitti che si stanno combattendo in tutto il mondo.

Schiavitù nascoste

Sempre dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, il Vescovo di Roma ha quindi lanciato un potente messaggio contro le forme di schiavitù nascoste, mettendo in guardia i fedeli dall’equivoco della falsa libertà: “C’è chi dice che è libero chi pensa solo a sé stesso, chi si gode la vita e chi, con menefreghismo e magari con prepotenza, fa tutto quello che vuole a dispetto degli altri. Ma questa non è libertà: è schiavitù nascosta”, volendo sottolineare come l’egoismo, spesso celebrato come espressione di libertà, sia in realtà una forma di prigionia che intrappola l’anima: “La libertà non si incontra nelle casseforti di chi accumula per sé, né sui divani di chi pigramente si adagia nel disimpegno e nell’individualismo: la libertà – ha specificato il Papa – si incontra nel cenacolo dove, senza alcun altro motivo che l’amore, ci si china davanti ai fratelli per offrire loro il proprio servizio, la propria vita, come ‘salvati’”.

Tra Eucarestia e perdoni

Successivamente Francesco si è soffermato sull’importanza dell’Eucaristia nella vita quotidiana dei fedeli, che “ci insegna a benedire, ad accogliere e baciare, sempre, in rendimento di grazie, i doni di Dio, e questo non solo nella celebrazione: anche nella vita”. Ha poi evidenziato l’importanza di non sprecare le risorse e i talenti che il Signore concede, ricordando che ogni cosa è un dono divino che non deve essere trascurato o sprecato. Ha infine approfondito il tema del perdono e della capacità di rialzarsi dalle cadute. “Perdonando e risollevando chi sbaglia e cade per debolezza o per errore: perché tutto è dono e nulla può andare perduto, perché nessuno può rimanere a terra, e tutti devono avere la possibilità di rialzarsi e di riprendere il cammino”, ha sottolineato Francesco”.

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