“Il continente avrà bisogno di 17 milioni di insegnanti in più per poter raggiungere l’istruzione primaria e secondaria universale entro il 2030” secondo il dossier “Con altri occhi: uno sguardo diverso sull’Africa che cambia grazie al potenziale dei giovani”, presentato ieri a Roma all’Acquario Romano in occasione della seconda e ultima giornata della biennale sui diritti dell’infanzia “Impossibile 2024. Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora’” organizzata da Save the Children e dedicata proprio alla situazione dei giovani africani.
Obiettivi per l’Africa
Un obiettivo più che necessario, considerato che entro il 2030 quasi la metà della popolazione giovanile mondiale sarà africana (oltre il 40%), e che entro il 2050 l’Africa rappresenterà più del 25% della popolazione globale, con un incremento fino a 2,1 miliardi e un’età media inferiore ai 25 anni. Il continente ha infatti il secondo più alto tasso di crescita economica dopo l’Asia, secondo i dati forniti da Save the Children, e una persona su 5 in età lavorativa avvia un’attività autonoma. Tuttavia, l’Africasubsahariana registra i più alti tassi globali di esclusione scolastica e di povertà dell’apprendimento, mentre solo nella parte sud-orientale del continente, almeno 365 milioni di persone non hanno accesso all’energia.
Creare un circolo virtuoso
Alla giornata hanno partecipato, con un dibattito moderato dal direttore dell’Ansa Luigi Contu, anche ilministro dell’Informazione e dell’Educazione Civica della Sierra Leone Chernor Bah, che ha ribadito che l’educazione è una priorità, insieme al clima, comune all’Africa e all’Italia: “Siamo qui – ha detto – per capire come i due Paesi possono avere un reciproco beneficio. L’Italia sicuramente può trarre dei benefici sul fronte dell’immigrazione illegale”. Insieme a Bah, il ministro della Promozione Giovanile, dell’Inserimento Professionale e dell’Educazione Civica della Costa d’Avorio Mamadou Touré, che ha sottolineato che è necessario “mostrare un modello di promozione ed inserimento dei giovani in Costa d’Avorio e adottare uno schema di collaborazione tra i due paesi che rafforzi la cooperazione. Bisogna agire sull’educazione e sul livello economico, accompagnare le imprese e le società italiane in Costa d’Avorio”.
Le grandi opportunità
“L’Africa si trova di fronte a una delle più grandi opportunità e sfide del XXI secolo- ha puntualizzato la direttrice generale di Save The Children Daniela Fatarella -: mettere a frutto il potenziale dei suoi milioni di giovani per guidare la sua crescita e il suo sviluppo. Tuttavia, per farlo, è necessario un cambiamento sistemico, che parta innanzitutto da investimenti nell’istruzione di qualità e nella formazione professionale, nella promozione delle soft skills e dell’empowerment, nonché la creazione delle condizioni per favorire l’occupazione e l’imprenditoria giovanile, anche attraverso l’accesso al credito, partenariati inclusivi e approcci innovativi”.
Per raggiungere tali obiettivi, si legge nel dossier, “è necessario colmare il gap di finanziamenti per l’educazione a livello globale, assicurando il pieno finanziamento dei Fondi Multilaterali quali la Global Partnership for Education e Education Cannot Wait”.
Italia: G7 e Piano Mattei
Per quanto riguarda il nostro Paese, la direttrice generale Fatarella ha sottolineato: “Il nostro Governo ha due grandi occasioni per esercitare una leadership a livello mondiale in questo momento: il G7 e il Piano Mattei per l’Africa, che va pensato in sinergia con la strategia di cooperazione allo sviluppo italiana e con le priorità in mitigazione e adattamento del Fondo Italiano per il Clima”.
“Un investimento prioritario sull’infanzia e sui giovani – ha aggiunto – non è più rimandabile, così come il rafforzamento del ruolo degli attori locali, la valorizzazione dell’esperienza e delle competenze delle organizzazioni della società civile e il pieno coinvolgimento dei governi e della società civile dei Paesi partner nei processi decisionali e di coordinamento delle iniziative. Abbiamo bisogno di nuove regole se vogliamo realmente implementare nuovi approcci che portino a uno sviluppo socioeconomico sostenibile.
Il Piano Mattei e la strategia della cooperazione italiana allo sviluppo – ha puntualizzato – possono essere dei catalizzatori per nuove collaborazioni e progettualità, ma solo se l’Italia riuscirà a diventare un agente moltiplicatore nella realizzazione concreta di condizioni abilitanti fondamentali per lo sviluppo, con i relativi finanziamenti adeguati”
Le nuove borse di studio
Una posizione e una visione sostenuta anche dal Ministro degli esteri Tajani, che in un messaggio inviato alla giornata si è detto “orgoglioso di aver ottenuto per quest’anno un deciso rafforzamento delle borse di studio del ministero degli Esteri a favore degli studenti provenienti dai Paesi africani”. “L’Africa – ha aggiunto il ministro – è oggi una assoluta priorità per la politica estera del Governo”, in quanto “una delle chiavi della nostra crescita e della nostra sicurezza”.
“Quello del Governo è un nuovo approccio a 360 gradi, ben esemplificato da una iniziativa come il Piano Mattei. Non assistenza ma collaborazione atutto campo”. Una collaborazione che, ha aggiunto Tajani, “trova la sua dimensione istituzionale nel Consiglio Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo ma che vogliamo favorisca sinergie sempre più anche a livello locale, facendo ricchezza delle rispettive esperienze come nel caso della positiva collaborazione avviata da Save the Children con il settore privato per lo sviluppo della filiera del cacao in Costa d’Avorio e Ghana. Insieme possiamo davvero fare la differenza. Insieme, e insieme ai nostri partner africani, possiamo davvero lavorare – conclude – per una crescita condivisa e per uno sviluppo che metta sempre la persona al centro”.