Un richiamo alla responsabilità personale e collettiva, in un mondo che necessita urgentemente di pace, giustizia e solidarietà. Solo attraverso un rinnovamento interiore si può sperare di guarire le ferite della società contemporanea. Questo il messaggio lanciato ieri dal Papa nel corso dell’udienza generale di ieri in Vaticano. Francesco ha sottolineato come il mondo esterno sia immerso in un caos sociale e politico evidente evocando immagini di bambini che soffrono la fame e di ingiustizie sociali che affliggono diverse parti del globo. La chiave per affrontare e risolvere queste problematiche planetarie, secondo Bergoglio, risiede nella trasformazione interiore di ogni individuo. “C’è anche un caos interno a ognuno di noi. Non si può sanare il primo, se non si comincia a risanare il secondo”, ha spiegato, invitando i fedeli a un lavoro personale di introspezione e rinnovamento spirituale.
La corruzione
Durante l’udienza, il Pontefice ha affrontato con fermezza il tema della corruzione, definendola una “schiavitù” che coinvolge e affligge profondamente l’umanità. Commentandola lettera ai Romani di San Paolo, ha evocato un’immagine potente di un universo che “geme e soffre come nelle doglie del parto” a causa dell’uomo che l’ha sottomesso alla “schiavitù della corruzione” La corruzione, ha spiegato Papa Francesco, non è solo un problema politico o economico, ma una questione morale e spirituale che intacca profondamente la dignità umana e il tessuto sociale. «La corruzione è una realtà che ci riguarda da vicino e ci riguarda drammaticamente», ha ribadito con forza il Pontefice, esortando i presenti a non essere indifferenti e a impegnarsi attivamente per combattere questo male.
Le guerre
Al termine dell’udienza, il Vescovo di Roma ha rivolto nello specifico il suo pensiero alle piccole vittime della violenza delle guerre, soffermandosi in particolare ai bambini e alle bambine dell’Ucraina che ha ospitato sabato: “Hanno perso le gambe. La guerra è sempre è una crudeltà. Questi bambini devono cominciare a camminare, a muoversi con braccia artificiali. Hanno perso il sorriso, è molto brutto, molto triste, quando un bambino perde il sorriso”. Il Papa ha chiesto di pregare per i piccoli ucraini, ma anche per la Palestina e Israele “che soffrono tanto. E non dimentichiamo il Myanmar che è in guerra e tanti Paesi che sono in conflitto tra di loro”. Francesco nel corso del suo discorso ha anche invitato i fedeli a rivolgere le preghiere per le vittime e per i loro familiari della frana che ha sconvolto la Papua Nuova Guinea, Paese dove si recherà il prossimo settembre e che oggi sta piangendo circa 2 mila morti. Un disastro naturale, lo smottamento, che, lo scorso 24 maggio, avrebbe colpito più di sei villaggi in una area montuosa della parte centrale del Paese.