sabato, 22 Febbraio, 2025
Lavoro

‘Lavoratori stagionali quasi introvabili’, è l’allarme dei ristoratori in Abruzzo

A pochi giorni dal via della stagione turistica 2024, sulla costa abruzzese e in particolare su quella teramana, i cartelli ‘cercasi personale’ si trovano all’ingresso di tanti bar, gelaterie, ristoranti, pizzerie e locali. Figure esperte come camerieri di sala e baristi, ma anche sommelier, mai tre e pizzaioli sembrano essere quasi introvabili. “La carenza di personale è diventata strutturale, io stesso ho deciso di adattarmi riducendo il numero di coperti nella mia attività. Il problema lo viviamo tutto l’anno, ma in estate si acuisce”. A parlare è Valerio Di Mattia, presidente dell’associazione dei ristoratori abruzzesi Aria e della Fiepet-Confesercenti Teramo, che rappresenta gli esercizi pubblici e turistici.

Lavori che non hanno appeal

Secondo Di Mattia, anche titolare di un ristorante nel teramano, “la fatica maggiore si fa nell’attrarre figure qualificate” e soprattutto la difficoltà nel trovare personale adeguato non dipenderebbe dal salario. “Magari sono aumentate le persone che vengono a proporsi per lavorare – ha sottolineato – qualche apprendista in più, effettivamente, si trova. Ma non basta per soddisfare le necessità. Non si trovano più le professionalità. Manca proprio un ricambio generazionale, nella ristorazione e nei servizi sembra di rivivere quanto accaduto nelle campagne negli anni ’60: c’è un buco, gli italiani non vogliono più lavorare in sala o dietro al bancone di un bar. Questi lavori non hanno più appeal, a differenza per esempio della cucina. Lo spartiacque è stata la pandemia, da lì sono nate le difficoltà. Prima i ragazzi lavoravano in estate e imparavano un mestiere per il futuro. Ora non succede più: il fenomeno richiede un’analisi complessa, le cause sono diverse”.

“Gli stipendi sono migliorati – ha evidenziato Di Mattia – quello dei salari è un falso problema. Resta forse la questione degli orari, ma sempre più attività stanno andando incontro ai lavoratori riducendo l’orario spezzato e prevedendo, come nella ristorazione, turni unici a pranzo oppure a cena. É necessario riformare il settore dei servizi, dalle scuole e fino alle nostre aziende, per ridare stimoli ai giovani”.

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Redazione

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