In vista dell’XIII Congresso nazionale SIMEU (Società Italiana Medicina Emergenza-Urgenza), in programma a Genova dal 30 maggio al 1° giugno 2024, che riunisce medici, infermieri e specializzandi con l’obiettivo di discutere, condividere e migliorare le tematiche che la Medicina di Emergenza-Urgenza affronta ogni giorno, l’Osservatorio SIMEU ha raccolto alcuni dati che permettono di evidenziare come sono aumentati i tempi di attesa nei Pronto soccorso italiani in questi ultimi anni. Relativamente al tempo medio di attesa nei PS per il ricovero in area medica nell’anno 2019, l’attesa media è di 25 ore nel 2019 in relazione alle 31 ore (+25%) nel 2023. La rivelazione è stata eseguita su un campione significativo di Pronto soccorso, raffrontando i dati relativi all’anno 2019 (anno pre-pandemico, con circa venti milioni di accessi nazionali) con quelli relativi all’anno 2023 (18.000.000 di accessi, dati Agenas).
Aumentano accessi di over 80
I risultati, proiettati sul dato complessivo nazionale, permettono di evidenziare quanto segue: relativamente all’accesso di pazienti molto anziani, con più di 80 anni di età, si è rilevato che nell’anno 2019 si passa dal 23% degli accessi totali, pari a circa 4.600.000, al 27% degli accessi totali, pari a circa 4.860.000 nel 2023. Secondo il responsabile dell’Osservatorio SIMEU, Andrea Fabbri, si tratta di “un dato impressionante che deve essere spiegato: a fronte di una diminuzione del numero totale degli accessi di Pronto soccorso, l’incremento relativo di pazienti così anziani provoca un aumento, in termini assoluti, di oltre 250.000 casi. Ma è ancora più importante comprendere che è la composizione della popolazione del Pronto soccorso a mutare profondamente. Le esigenze cliniche e assistenziali di pazienti così anziani moltiplicano l’impegno necessario da parte di tutti gli operatori (medici, infermieri, OSS) per un fattore di incremento che è certamente superiore alla semplice differenza numerica”.
Assistenza e cura in barella
Riguardo al tempo medio di attesa in Pronto soccorso per il ricovero in area medica, che vede nel 2023 un’attesa media di 31 ore, il Past President SIMEU, Salvatore Manca, ha commentato: “Il tempo d’attesa per il ricovero in area medica è aumentato in pochi anni del 25%: 6 ore in più. Quel tempo ha un valore assoluto che riflette il disagio dei pazienti e l’impegno assistenziale messo in atto nei Pronto soccorso, sempre più a corto di strumenti per provvedere alle nuove esigenze. Se si moltiplica il tempo di 31 ore per il numero dei ricoveri in Medicina in un anno emerge una cifra spaventosa: decine di milioni di ore di assistenza e cura in barella”.
Incremento dei costi
Nell’indagine SIMEU si affronta anche l’aspetto economico dell’attività di Pronto Soccorso. Sono stati presi in esame alcuni dati grezzi, comparando sempre il 2019 con il 2023, che mostrano anche in questo caso un incremento: costo/paziente per esami di laboratorio +13%, costo/paziente per diagnostica per immagini +23%, costo/paziente per farmaci +15%. Beniamino Susi, vicepresidente nazionale SIMEU ha dichiarato: “Il dato dei costi per paziente è grezzo e andrebbe approfondito e meglio definito. Quel che sappiamo è che l’incremento, in generale, è legato solo in minima parte a un aumento dei prezzi e deriva soprattutto dal crescere delle attività. Il che è certamente il risultato sia del maggior tempo di stazionamento in Pronto soccorso di tanti pazienti, sia dell’incremento della loro complessità clinica e dell’accuratezza della diagnostica e della terapia effettuata in PS”.
I ‘frequent flyers’ del Pronto soccorso
La rilevazione SIMEU mostra un dato interessante che riguarda gli accessi ripetuti in Pronto Soccorso. Circa il 3,5% dei pazienti registrati in PS ha eseguito più di 5 accessi nel solo anno 2023. “Le cause degli accessi ripetuti sono molteplici e molto differenti tra loro – ha spiegato Antonio Voza, segretario nazionale SIMEU. “Ci sono persone con grandi difficoltà sociali come i senza fissa dimora -ha aggiunto – ma anche pazienti con condizioni croniche che hanno necessità frequenti, come i pazienti con patologia psichiatrica, oncologica, geriatrica. Il denominatore comune è certamente la presenza di problematiche, siano cliniche o assistenziali, che comunque non trovano soluzioni e generano inevitabilmente la categoria dei ‘frequent flyers’ del Pronto soccorso, espressione evidente di carenze esterne all’obiettivo della Medicina d’Emergenza Urgenza ma che possono rivolgersi solo ad essa”.