Un inno alla vita e un coro unanime contro le guerre nel mondo sono stati i due leitmotiv all’interno del secondo e ultimo giorno della prima edizione della ‘Giornata mondiale dei bambini’, tra la Messa del Papa e un vero e proprio show del Premio Oscar Roberto Benigni. Questo il sunto dell’evento fortemente voluto daBergoglio che ha avuto ieri il proprio culmine in Vaticano in una domenica dal sapore tipicamente primaverile. Una mattinata del tutto particolare, quella davanti al sagrato di piazza San Pietro, iniziata con la celebrazione della Santissima Trinità da parte del Pontefice e conclusasi con un monologo dell’attore toscano, davanti a circa 50mila persone (chiaramente per lo più bambini, provenienti da oltre 100 Paesi del mondo), tra cui il Premier Giorgia Meloni presente con la figlia Ginevra, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri con il figlio Viktor, e l’attore Lino Banfi, il ‘nonno d’Italia’ protagonista nel momento dell’offertorio.
Omelia interattiva
Una mattinata come anticipato particolare, dove il Santo Padre ha scelto di rivolgersi direttamente ai bambini presenti con un’inedita omelia interattiva, invitando i piccoli a rispondere alle sue domande e a ripetere insieme a lui le preghiere, creando un’atmosfera di dialogo e partecipazione. Il Pontefice ha aperto la Messa rivolgendosi direttamente ai presenti tra le mura vaticane, chiedendo di “pregare Gesù per i genitori, per i nonni, per i bambini ammalati, e soprattutto per la pace, affinché non ci siano le guerre”. Ha interrogato i piccoli sul nome del Figlio di Dio: “Qual è il nome del Figlio?” e, non soddisfatto della prima risposta, ha esclamato: “Non sento bene! Gesù!”. Ha quindi ribadito che Gesù è colui che aiuta, che è sempre vicino e che perdona tutti i peccati, anche i più gravi.
Affrontando poi il tema dello Spirito Santo, il Papa ha riconosciuto la difficoltà del concetto: “Di cosa stiamo parlando? Non è facile, perché lo Spirito Santo è Dio, è dentro di noi. Noi riceviamo lo Spirito Santo nel Battesimo, lo riceviamo nei Sacramenti, ci guida verso il bene e ci dà forza e consolazione nelle difficoltà”.
Il bacio al Pontefice
Inutile dire che il mattatore della giornata è stato Benigni, protagonista di un monologo ricco di messaggi e incentrato sul tema della pace. “Se mi aprite sono pieno di felicità, pieno di gioia come un cocomero”, ha esordito l’attore salutando Francesco con un bacio, nonostante le istruzioni delle guardie svizzere che gli avevano detto di non toccare Bergoglio: “Da quando me l’hanno detto ho voglia di fare solo quello. Come ad Adamo ed Eva quando dissero non mangiate la mela e loro zac. Un bacio glielo posso dare? A che servono se non si danno?”. “Santità, lei è qui a portata di mano e di cuore”, ha proseguito il regista, esprimendo il suo affetto con una proposta scherzosa: “Potrei anche ballare un tango qui davanti per dimostrarle il mio affetto”. A questo punto Benigni, tra il serio e il faceto, ha ricordato che quando da piccolo gli chiedevano cose volesse fare da grande, rispondeva sempre che gli sarebbe piaciuto diventare proprio Papa: “Io ho una vocazione. Quasi quasi per le prossime elezioni mi presento io. Ci mettiamo insieme io e lei e facciamo il campo largo. Mettiamo sulla scheda Jorge Mario Bergoglio, detto Francesco… vinciamo subito”.
“Non abbiate paura”
Il cuore del discorso di Benigni è stato evidentemente dedicato ai bambini, invitati a “prendere il volo, a prendere in mano la propria vita per farne un capolavoro e a fare diventare il mondo più bello, noi non ci siamo riusciti. Portate il vostro contributo verso il bene, rendete gli altri più felici. Diventate l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini, il mondo potrebbe essere un posto che non vi piace, ma non abbiate paura, gettatevi nel burrone della vita”. Ha dunque esortato i piccoli presenti a credere nelle proprie potenzialità, immaginando un futuro dove uno di loro potrebbe diventare Papa, magari il primo Papa africano, asiatico o addirittura una donna. “Insieme a voi”, ha continuato, “siamo tornati tutti bambini, e il più piccolo è proprio Papa Francesco che ha tre anni e tanti giorni. È un bambino, è puro, ha la purezza, se venite a mezzanotte ha un’aura luminosa intorno perché è puro”.
“una brutta parola”
Benigni ha anche parlato di quanto sia importante la pace: “Molto spesso il mondo è governato da gente che non sa cosa siano la misericordia, l’amore. Gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati, la guerra: una parola brutta, che sporca tutto. Eppure dobbiamo porre fine a questa cosa. La guerra deve finire”. Ha lanciato dunque una sfida ai bambini, convincendosi che tra loro ci sia qualcuno capace di trovare la parola giusta per fermare la guerra, un po’ come “apriti sesamo. Sono convinto che in mezzo a voi ci sia chi troverà la parola per fermare la guerra, dobbiamo cercarla insieme”.
L’appuntamento per la seconda edizione della Giornata mondiale dei bambini è fissato per settembre 2026.