lunedì, 16 Dicembre, 2024
Esteri

Riprendono i colloqui per Gaza

Aiuti umanitari. L’Egitto cambia strategia

Colloquio tra il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il ministro israeliano Benny Gantz. Blinken ha ribadito la posizione del Presidente americano Joe Biden contraria a “una grande operazione a Rafah e sottolineato l’importanza di aumentare i livelli di assistenza umanitaria in tutta Gaza”. Blinken e Gantz hanno parlato degli “ultimi sforzi per arrivare a un cessate il fuoco come parte di un accordo per il rilascio degli ostaggi” e per “evitare che il conflitto si allarghi nella regione”. Il Segretario di Stato Usa ha sottolineato anche “l’importanza che Israele ed Egitto concludano i colloqui per la riapertura al più presto del valico di Rafah” e la “necessità urgente di proteggere i civili e gli operatori umanitari a Gaza e di ridurre le tensioni in Cisgiordania”. I due alti diplomatici hanno anche scambiato opinioni sul futuro assetto dell’area. I negoziati per la tregua, invece, dovrebbero riprendere la prossima settimana. L’agenda è stata segnata tra il capo della Cia Bill Burns eil direttore del Mossad David Barnea con il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, durante un incontro a Parigi. Nella capitale francese il Presidente Emmanuel Macron ha ricevuto il primo ministro del Qatar e i ministri degli Esteri saudita, egiziano e giordano “per premere per un cessate il fuoco”. La presidenza francese ha affermato di avere discusso della guerra di Gaza e delle modalità per creare uno Stato palestinese accanto a Israele.

35 milioni di aiuti dall’Italia

Quanto agli aiuti umanitari funzionari egiziani hanno riferito al quotidiano libanese Al-Akhbar che nei prossimi giorni l’Egitto trasferirà gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza in modo indiretto: gli aiuti verranno consegnati attraverso le Nazioni Unite a Israele a Kerem Shalom e poi trasferiti a Rafah, fino a quando non sarà concordato un meccanismo per riaprire il valico di Rafah. In modo per far entrare nella Striscia almeno 200 camion e assicurare un minimo indispensabile di aiuti.Anche l’Italia fa la propria parte e il Governo ha disposto nuovi finanziamenti a favore della popolazione palestinese, per un totale di 35 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi a quanto già fatto in risposta alla crisi. Di questi, 5 milioni saranno destinati a Unrwa perché il Governo ha deciso di riprendere a finanziare specifici progetti destinati all’assistenza ai rifugiati palestinesi, ma solo dopo controlli rigorosi che garantiscano che neanche un centesimo possa rischiare di finire al sostegno al terrorismo, mentre 30 milioni di euro saranno dedicati all’iniziativa Food for Gaza.

Malta per lo stato palestinese

Infine Malta ha affermato di essere pronta a riconoscere la Palestina come stato indipendente quando le condizioni saranno mature. Lo scorso marzo, Malta, insieme a Spagna, Irlanda e Slovenia, ha accettato di adottare misure per riconoscere uno stato palestinese affermando che una soluzione a due stati è l’unico modo per raggiungere una pace e una stabilità nella regione. Mentre il Governo spagnolo ha chiesto a Israele di rispettare l’ordine della Corte internazionale di giustizia dell’Aja di fermare immediatamente l’offensiva su Rafah. “Le misure precauzionali stabilite dalla Corte Internazionale di Giustizia, inclusa la cessazione dell’offensiva militare da parte di Israele a Rafah, sono obbligatorie. Israele deve rispettarli”, ha scritto su X il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares. “Lo stesso vale per il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza”, ha scritto, aggiungendo che “la sofferenza del popolo di Gaza e la violenza devono finire”.

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