Nella mattinata di sabato un convoglio di emergenza ha consegnato cibo, acqua e provviste ai sopravvissuti di una frana in un villaggio della Papua Nuova Guinea. Serhan Aktoprak, capo della missione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, stima in cento le probabili vittime e in sessanta le case sepolte nella provincia di Enga. Sono stati recuperati solo tre corpi dalla vasta distesa di terra e alberi che ha colpito Yambali, un villaggio di quasi 4.000 persone, 600 chilometri a nord-ovest di Port Moresby. La frana ha distrutto gli orti del villaggio e sepolto i corsi d’acqua, bloccando l’autostrada principale della provincia. Per Aktoprak, oltre al cibo e all’acqua, gli abitanti del villaggio hanno urgente bisogno di ripari e coperte. Gli aiuti saranno mirati ai più vulnerabili, compresi bambini, donne, disabili e anziani.
I soccorsi
I soccorsi sono stati ritardati dalla frana che ha chiuso l’autostrada principale della provincia, che serve la miniera d’oro di Porgera e la città di Porgera. I detriti della frana, profondi da 6 a 8 metri, hanno anche interrotto l’energia elettrica. Il terreno instabile rappresentava un rischio per i soccorsi e per le comunità a valle. La Papua Nuova Guinea è una nazione diversificata e in via di sviluppo, composta principalmente da agricoltori di sussistenza e parla 800 lingue. Con 10 milioni di abitanti, è la nazione più popolosa del Pacifico meridionale dopo l’Australia, che ne conta circa 27 milioni. Gli Stati Uniti e l’Australia stanno costruendo legami di difesa più stretti con la nazione, mentre la Cina cerca legami economici e di sicurezza. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro australiano Anthony Albanese hanno detto che i loro governi sono pronti a cooperare negli aiuti. Biden avrebbe dovuto visitare la Papua Nuova Guinea un anno fa ma cancellò il viaggio per concentrarsi sulla crisi del debito al Congresso.