Più della metà degli italiani pensa che la situazione economica sia peggiorata. A dirlo è il 36° ‘Rapporto Italia’ dell’Istituto di Ricerca Eurispes, presentato ieri presso la Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. A ritenere che l’economia stia migliorando è solo il 10% degli intervistati, mentre per il 18,6% la situazione è rimasta sostanzialmente stabile. A preoccupare, secondo il Rapporto, soprattutto il lavoro precario e le guerre. Andando più nello specifico dell’analisi, il 55,5% degli abitanti della Penisola che hanno risposto alle domande dello studio, riferiscono che la situazione economica sia peggiorata nell’ultimo anno. A riflettersi su questa situazione, soprattutto il post-covid: dal 2021 gli italiani percepiscono in maniera molto più negativa il fronte economico.
Il futuro negativo
Per quanto riguarda il futuro, il 33,2% degli intervistati ha risposto che la situazione economica rimarrà stabile anche per il prossimo anno. Alta la percentuale di chi, invece, sostiene che andrà peggiorando: sono ben il 31,6%. Ottimista solo il 10,8% della popolazione presa in esame. La percezione economica viene influenzata, secondo i dati, anche dalla geografia: al Sud, si aspetta che le cose vadano male il 49,5% delle persone, le Isole registrano un 30,8%, il Nord-Ovest un 27,9% e il Centro un 27,5%.
Nonostante una percezione sostanzialmente negativa, lo studio afferma che il 40,9% degli intervistati ha detto che, negli ultimi dodici mesi, “la situazione economica personale è rimasta stabile”. In ribasso, invece, le economie personali per un 35,4% e, dall’altra parte, a migliorare il proprio status finanziario, è stato solo un 14,2%. I più pessimisti sono i meridionali, con un 41,7% di chi ha risposto alle domande, i quali affermano che le proprie economie siano peggiorate nel corso dell’ultimo anno. A migliorare, invece, le economie del 18,8% degli intervistati al Nord-Est, la macro-regione che registra la percentuale più alta.
C’erano una volta i risparmi
Il fronte dei risparmi non è da meno, in questo panorama non proprio roseo. Solo il 28,3% degli interpellati dice di riuscire a mettere da parte qualcosa in un mese, mentre un 36,8% ha usato i risparmi per coprire le spese mensili. Le difficoltà di arrivare alla fine dei 30 giorni, riguardano più della metà degli italiani (57,4%). Nonostante ciò, le famiglie che attingono ai risparmi, rispetto al 2022, per arrivare allo stipendio successivo, sono scese del 2,1%, con un aumento di quelle che arrivano alla fine del mese senza grandi difficoltà (+9,2%). A mettere in difficoltà i nuclei familiari sono, in particolare, l’affitto, per il 45,5%; le bollette, per il 33,1%; e il mutuo, per il 32,1%. A incidere anche le spese mediche, per il 28,3%.
A pesare sulle economie anche l’aumento dei prezzi dei beni di consumo: per il 54,1% i costi sono aumentati di molto e per il 29% sono aumentati solo un po’, facendo arrivare a una platea complessiva dell’83%, gli italiani che lamentano un aumento delle spese generalizzate.
Le soluzioni difficili
I metodi per affrontare le difficoltà sono vari. Secondo lo studio dell’Eurispes, il 32,1% degli italiani ha chiesto un aiuto alla famiglia di origine. Solo il 17,2 ha fatto ricorso ad amici e il 16% ha presentato domanda per un prestito in banca. Anche la vendita di propri beni, attraverso piattaforme online, è stato un mezzo utilizzato: a farlo il 27,5% di chi ha risposto al sondaggio. Per gli acquisti, secondo i risultati dell’indagine, gli italiani preferiscono il pagamento rateizzato (42,7%) con un 21,3% che sceglie le piattaforme online che si occupano di finanziamento per chiedere il pagamento dilazionato.
Le difficoltà economiche hanno portato, però, una serie di conseguenza. La più diffusa, per il 24,8%, ha riguardato il pagamento in ritardo delle bollette; per il 22,1% il ritardo del pagamento delle tasse e per il 18,5% il ritardo accumulato ha riguardato le rate per il condominio.
Spese e rinunce
Le esigenze di risparmio, poi, hanno influito anche su altri comportamenti. Il 33,6% ha affermato, ad esempio, di aver pagato in nero per ottenere un risparmio sul prezzo. Ma anche le rinunce fanno parte delle opzioni per risparmiare. Il 37,6% ha detto no a servizi come baby-sitter e il 24,3% alla badante. Anche la salute ha visto delle privazioni: il 29,5% della popolazione coinvolta nell’analisi ha rinunciato al dentista, il 28,7% a controlli medici periodici o preventivi; il 23,1% ha detto no a “visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche”; il 17,1% a terapie o addirittura interventi e il 15,9% non ha comprato delle medicine. Nel corso della presentazione dei risultati del Rapporto, il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha affermato che “l’incertezza e l’instabilità sono oramai la norma, fanno parte della vita quotidiana” con un richiamo anche alla Costituzione: “È un nostro patrimonio, per il nostro futuro sul quale dovremmo impegnarci”. Insieme a lui, tra i presenti, anche Alberto Mattiacci, Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto, per il quale “l’incertezza è la parola d’ordine dei nostri giorni, insieme alla guerra e i conflitti” concludendo con uno sguardo al futuro: “L’Italia invecchia e i consumi diminuiranno sempre di più. Fortunatamente, per la nostra economia, c’è l’export. Su questo aspetto, la globalizzazione, che si sta trasformando, ci aiuta”.