Le esercitazioni militari con armi nucleari tattiche non strategiche sono iniziati nel distretto militare meridionale. Lo riferisce il Ministero della Difesa russo secondo il quale la prima fase dell’esercitazione è iniziata “allo scopo di mantenere la prontezza del personale e delle attrezzature di parti dell’uso di armi nucleari non strategiche per la risposta e al fine di garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello stato russo in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce di singoli funzionari occidentali alla Federazione Russa”. Il Ministero ha riferito che la prima fase dell’esercitazione ha coinvolto i missili Iskander e Kinzhal. La Russia mette le mani avanti anche sulla Conferenza di pace in Svizzera e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov dice che è convocata “solo per discutere la formula di pace che vuole Zelensky”.
Lo ha detto in un incontro con altri ministri degli Esteri promosso dall’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Mentre Lavrov ha lodato l’iniziativa cinese che, invece, prevede di “esaminare le cause profonde e di raggiungere un accordo per eliminare queste cause garantendo in pratica il principio di sicurezza equa e indivisibile, dove la sicurezza di tutti gli Stati partecipanti è ugualmente garantita.” La Conferenza di pace svizzera, per Lavrov, è un “ultimatum Zelensky” e accusa l’Occidente di avr fatto scomparire altre proposte come quelle avanzate “dai paesi africani, dal Brasile, dalla Lega degli Stati arabi, così come dalla Cina”. Il ministro degli Estri ucraino, Dmytro Kuleba, ha replicato dicendo che “la Russia sta compiendo sforzi straordinari per sabotare il Global Peace Summit in Svizzera. Sono ben consapevoli che l’iniziativa di pace, che si basa sul rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina, è uno dei chiodi nella bara dell’aggressione russa e stanno compiendo sforzi frenetici per impedire questo evento.”
Ue: Zelensky è legittimamente al potere
Quanto alla legittimità del Presidente Zelensky, il cui mandato sarebbe scaduto già il 20 maggio scorso, “non ci sono assolutamente dubbi su chi sia il legittimo presidente” dell’Ucraina ha detto il portavoce per la politica estera della Commisione europea, Peter Stano, in merito alle dichiarazioni dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev sulla supposta posizione di Voldymyr Zelensky di “usurpatore” e “obiettivo militare legittimo” per la Russia. “L’Ucraina – ha spiegato Stano – non può tenere elezioni libere ed eque perché è sotto un attacco sistematico e un’aggressione da parte della Russia. Missili, droni, bombe contro infrastrutture civili, milioni di sfollati all’interno e all’esterno del paese. Non è possibile organizzare elezioni in questa situazione”. Non potrebbero esserci raduni, “le persone ai seggi elettorali sarebbero prese di mira da Putin”. Zelensky ha dichiarato: “i miei cinque anni non sono ancora finiti, a causa della legge marziale continuano” e poi ha detto che il Presidente russo Vladimir Putin “lascerà il Cremlino solo con il suo cadavere. La sua cerchia lo mantiene in questo sistema e noi dobbiamo trovare un punto debole in questo sistema. Se lo cerchiamo ogni giorno e continuiamo a combattere, allora vinceremo sicuramente”.
L’Ue: scadono contratti gas
E intanto sembra essersi spento il focolaio di contestazioni in Georgia, ma l’Alto rappresentante europeo di politica Estera, Josep Borrell dichiara che “la Moldova ha compiuto progressi notevoli nel suo percorso verso l’Europa: tutti i cittadini, senza esclusione, devono toccare con mano i benefici di questo processo perché se questo avviene lo sosterranno”. “La Russia – ha aggiunto – cerca di destabilizzare attivamente il Paese e l’Ue ha aumentato il suo sostegno. Mosca non è felice che la Moldova voglia far parte dell’Ue”. Intanto, l’Italia e altri Paesi, tra cui l’Austria, la Slovacchia e l’Ungheria, entro la fine dell’anno dovranno trovare alternative al gas russo perché scadrà l’accordo con le aziende che forniscono il combustibile attraverso l’Ucraina. Ad annunciarlo è l’Ue che, sostiene, non ha intenzione di rinnovare gli accordi russi.
Situazione al fronte
Sul campo di battaglia continua a scorrere sangue e ognuna delle parti rivendica successi quotidiani. Le forze russe dichiarano che i paracadutisti hanno preso il controllo di una roccaforte ucraina vicino ad Andreyevka, nella regione di Donetsk, (est). “I russi stanno usando 300 aerei sul territorio ucraino. Abbiamo bisogno di almeno 120, 130 aerei per resistere nel cielo”, ha detto il Presidente Zelensky. Lunedì l’esercito russo ha preso il pieno controllo dell’insediamento di Bilohorivka, nella regione ucraina di Luhansk, mentre l’esercito di Kiev ha affermato che nell’area sono in corso combattimenti. A oggi sarebbero più di 14 mila le persone sfollate a causa dei combattimenti nella regione ucraina di Kharkiv. Quasi 189 mila persone vivono ancora a meno di 25 chilometri dal confine con la Federazione Russa, affrontando rischi significativi a causa dei combattimenti in corso”, ha dichiarato il rappresentante dell’Oms in Ucraina, Jarno Habicht, in una conferenza stampa.
Mobilitazione di carcerati
Il Governo ucraino ha reso noto che più di tremila persone imprigionate hanno fatto domanda per combattere nelle forze armate in base a una nuova legge che mira a mobilitare più combattenti per combattere l’invasione russa. “Si tratta di più di tremila persone. Abbiamo fatto questa stima prima dell’approvazione della legge”, ha dichiarato alla televisione ucraina Olena Vyssotska, vice ministro della Giustizia. “Non possiamo dire che le potenziali 20 mila persone di cui abbiamo parlato si iscriveranno”, ha aggiunto. All’inizio di maggio, i parlamentari ucraini hanno approvato una legge, firmata dal presidente Volodymyr Zelensky, che consente ad alcune categorie di prigionieri di andare a combattere al fronte in cambio del rilascio condizionale.