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Alleanze nazionali e Ue divergenze parallele

Le Pen rompe con Afd Più vicina a Meloni?
mercoledì, 22 Maggio 2024
1 minuto di lettura

Le famiglie politiche europee e quelle dei singoli Stati membri non sempre coincidono. Il caso italiano è evidente. I tre partiti della maggioranza, abbastanza uniti a Roma, appartengono a tre gruppi europei molto diversi tra loro.

Tajani governa con Salvini ma esclude categoricamente alleanze con Identità e democrazia , il gruppo di estrema destra cui appartiene la Lega. Situazione non troppo diversa è quella di Meloni che governa con i voti della Lega ma in Europa ha preso nettamente le distanze dall’Afd tedesca alleata di Salvini e vorrebbe convincere Marie Le Pen a lasciare Salvini e i suoi per entrare nel gruppo dei Conservatori e Riformisti.

Ricreare a Bruxelles un’alleanza simile a quella che c’è a Roma è impossibile. Ppe, Ecr e Id. Eppure sentiamo dire che a governare l’Europa dovrebbe essere una maggioranza simile a quella italiana.
Un errore di fondo consiste nel sottovalutare le divergenze di fondo che esistono tra partiti che a livello nazionale governano insieme, per necessità, mentre in Europa vorrebbero avere le mani libere ed enfatizzare le loro caratteristiche identitarie.

Ma non c’è solo questo. Esistono distanze notevoli tra partiti che fanno parte di coalizioni nazionali anche sul modo di vedere il futuro dell’Europa. Cos’hanno in comune l’Europa cui pensa Tajani, quella confederale che propone Meloni e quella antieuropea di Salvini? Problemi simili esistono anche nelle coalizioni di sinistra. Ci vuole molta fantasia per pensare che sulla politica di difesa comune, sul sostegno militare all’Ucraina, sul contenimento dell’espansionismo cinese Pd, 5S e Avs abbiano posizioni compatibili.
Per quanto riguarda il Pd ci sono addirittura visioni divergenti anche ll0’interno dello stesso partito.

Invece di perdere tempo a fare giochi di prestigio molto meglio sarebbe chiarire quale modello di Europa si vuole costruire, precisare le opzioni sui temi più rilevanti e su quelli cercare il consenso nelle urbe di giugno. Le maggioranze in Europa si costruiranno lì sulla base di numeri che a tutt’oggi sono imprevedibili e anche in base a chi sarà individuato per la guida della Commissione. E le sorprese potrebbero non mancare.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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