Lunedì il Presidente di Taiwan Lai Ching-te ha invitato la Cina a interrompere le minacce politiche e militari contro l’isola autonoma. Lai, ex vicepresidente, è considerato un “separatista” da Pechino, che rivendica Taiwan come proprio territorio. La Cina non ha escluso l’uso della forza per unificarsi con l’isola. Il 64enne Lai, noto anche come William, ha prestato giuramento a Taipei, dove una folla si è radunata per ascoltare il suo discorso inaugurale. Ha affermato che manterrà lo status quo, chiedendo alla Cina di cessare le intimidazioni politiche e militari, collaborando per mantenere la pace nello Stretto. Una delegazione bipartisan di ex funzionari statunitensi ha partecipato all’inaugurazione, tra cui l’ex vice segretario di Stato Richard Armitage. Il segretario di Stato Antony Blinken si è congratulato con Lai, affermando che gli USA non vedono l’ora di lavorare con lui per promuovere interessi e valori condivisi.
Questione delicata
Taiwan è una delle questioni più delicate nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina. Lai respinge le pretese di sovranità della Cina e gli Stati Uniti, pur non avendo relazioni formali con Taiwan, sono il suo principale sostenitore internazionale e fornitore di armi. L’Ufficio cinese per gli affari di Taiwan ha dichiarato di essere contrario alle attività separatiste e alle interferenze esterne, e che Lai deve scegliere tra sviluppo pacifico e confronto. Negli ultimi anni, la Cina ha intensificato la pressione militare su Taiwan, inviando aerei da guerra e navi militari verso l’isola. Gli esperti ritengono che il presidente cinese Xi Jinping preferisca evitare un conflitto mentre si concentra sulla stabilizzazione dei legami con gli USA e sulla gestione del rallentamento economico interno. La situazione probabilmente rimarrà statica fino alle elezioni presidenziali americane di novembre. Se Donald Trump venisse rieletto, ogni previsione sulle relazioni tra le due sponde dello Stretto potrebbe cambiare drasticamente.