L’operazione a Rafah continua e l’esercito israeliano sta svolgendo un’azione “mirata” che finora non ha effetti collaterali. In supporto gli Stati Uniti hanno avviato l’attività del porto “artificiale” per consegnare aiuti anche via mare. Nei prossimi giorni arriveranno oltre 500 tonnellate di aiuti umanitari destinati agli sfollati. Controllati alla partenza, a Cipro, gli aiuti saranno distribuiti “rapidamente” a Gaza una volta sbarcati attraverso questa nuova infrastruttura. Il vice ammiraglio americano Brad Cooper ha reso noto che nella missione saranno impiegati circa”1.000 soldati e marinai americani”. L’Amministrazione Biden ha fatto anche trapelare la notizia che gli Stati Uniti condividono le preoccupazioni espresse dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant sulla possibile imposizione di un governo militare su Gaza dopo l’attuale guerra. “Condividiamo la preoccupazione del ministro della Difesa per il fatto che Israele non ha sviluppato alcun piano per tenere e governare il territorio che le truppe israeliane ripuliscono, consentendo così ad Hamas di rigenerarsi in quelle aree”, ha spiegato il funzionario. “Questa è una preoccupazione perché il nostro obiettivo è vedere Hamas sconfitto”.
Operazione contro Hamas
E proprio Gallant ha confermato aumenterà il numero delle truppe dello Stato ebraico schierate a Rafah, mentre l’esercito prosegue la sua operazione contro Hamas. “Questa operazione continuerà con ulteriori forze che entreranno” nell’area, ha detto. “Diversi tunnel nella zona sono stati distrutti dalle nostre forze e altri tunnel saranno distrutti presto”. Durante la notte, l’Idf ha schierato in città la Brigata Commando, che si è affiancata alle brigate Givati della 162a Divisione e alla 401a Brigata, già operative nell’area da inizio mese. “Questa operazione si intensificherà e Hamas non è un’organizzazione in grado di rigenerarsi adesso. Non ha riserve, non ha la capacità di produrre armi, non ha rifornimenti, non ha munizioni, non ha la capacità di curare adeguatamente i terroristi feriti, e questo significa che lo stiamo logorando”. Sull’offensiva a Rafah il Presidente egiziano Al-Sisi ha dichiarato che Israele continua a eludere le responsabilità e gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco.
Guterres lodato da Lega Araba
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avuto un colloquio con il capo della Lega araba Ahmed Aboul-Gheit a margine del vertice arabo in corso a Manama, in Bahrein dove circola un documento che prevede i caschi blu nei territori palestinesi occupati. L’incontro si è concentrato sul deterioramento delle condizioni a Gaza, toccando anche le crisi in Sudan e in Siria. Aboul-Gheit ha commentato che “la bussola morale del Segretario generale delle Nazioni Unite va nella giusta direzione ed esprime i valori dell’organizzazione internazionale e del diritto internazionale di fronte all’occupazione” israeliana. Da parte sua Guterres ha dichiarato che “in termini di velocità e di portata, la guerra a Gaza è il conflitto più mortale del mio mandato da segretario generale delle Nazioni Unite, per civili, operatori umanitari, giornalisti e personale Onu”. Ha anche aggiunto: “il bilancio delle vittime civili continua ad aumentare”. “Qualsiasi attacco a Rafah è inaccettabile provocherebbe un’altra ondata di miseria quando avremmo bisogno di un’ondata di aiuti salvavita” Il re del Bahrein, intanto, ha chiesto una “conferenza internazionale per la pace” in Medio Oriente oltre a “sostenere il pieno riconoscimento dello Stato di Palestina e la sua adesione alle Nazioni Unite”.
Economia israeliana in ripresa
Infine una nota economica. Israele è uno degli stati del mondo di cosiddetta “economia di guerra”, ora, dopo il 7 ottobre l’economia israeliana fa registrato una netta ripresa nel primo trimestre del 2024, dopo la forte contrazione dell’ultimo trimestre 2023. L’Ufficio centrale di statistica ha dichiarato, in una prima stima, che il prodotto interno lordo (Pil) è cresciuto del 14,1% su base annua nel periodo gennaio-marzo. La crescita è stata guidata da un rimbalzo della spesa per i consumi e da nuovi investimenti, in particolare nell’edilizia residenziale.