“Per la nostra Repubblica tutte le violazioni dei diritti umani vanno denunciate e contrastate: tutte, ovunque, sempre. Perché la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati, a seconda delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti”. Questa la risposta che il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha indirizzato ad alcuni studenti in presidio permanente alla Sapienza di Roma che lo attendevano ieri all’ingresso del Rettorato in occasione della ‘Giornata del laureato’ che ha visto la partecipazione del Presidente.
Le tensioni
Un pomeriggio carico di tensione, quello di ieri, con un gruppo di universitari (del gruppo ‘Free Palestina’) che ha scandito a gran voce cori pro Palestina, srotolando alcuni striscioni e lanciando anche alcuni aeroplanini di carte e bottigliette d’acqua contro le forze dell’ordine (comunque non si sono registrati incidenti). E anche l’accoglienza per Mattarella non è stata tra le migliori tra qualche urlo di contestazione e l’invito “a non restare nella torre d’avorio” e a dire la sua sul conflitto in atto a Gaza. “Presidente, da quale parte della barricata vuole stare? Dalla loro o dalla nostra?”, hanno chiesto al Capo dello Stato i ragazzi.
Pronta la risposta
E chiaramente il Capo dello Stato non se lo è fatto dire due volte (“Non voglio lasciare questa domanda senza risposta, la condizione e la questione della pace in Medioriente, del diritto all’esistenza di Israele, è una questione che la comunità internazionale avverte con molta preoccupazione e non soltanto da oggi”) ricordando dalla sala del Rettorato che quel che pensa su questa vicenda è stata già detta pubblicamente da lui stesso nel corso dell’intervento della settimana scorsa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York o con la lettera che martedì ha inviato al Presidente della Repubblica di Israele, anche reiterando la richiesta di un immediato cessate il fuoco: “Tutto quel che riguarda la dignità delle persone, di ogni persona, la loro libertà, l’esigenza di rispettare il diritto umanitario è indicato nella nostra Costituzione. Ed è quindi doveroso per la Repubblica italiana. Questo vale in ogni direzione”. Come per il popolo palestinese, per i ragazzi stuprati e uccisi mentre ascoltavano musica in un rave lo scorso 7 ottobre, per i bambini sgozzati quel giorno, per Mahsa Amini e per le ragazze che dopo di lei sono state incarcerate perché indossavano male il velo, per le ragazze che non possono studiare in Afghanistan, gli esempi riportati dal Presidente.
Dialogo anche accademico
Quindi Mattarella ha parlato dell’importanza del dialogo, anche in ambito accademico ricordando che il potere, quello peggiore, desidera che le università del proprio Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con gli atenei degli altri Paesi, “perché questa condizione consente al peggiore dei poteri di controllare le università, di comprimere la cultura e di impedire la sua spinta di libertà”, ha detto ancora il Capo dello Stato ribadendo l’auspicio del dialogo nel reciproco rispetto, con un’attenzione particolare a tutto ciò che attiene all’effettività del diritto allo studio, senza che alcuno ritenga di poter esigere di imporre valutazioni o decisioni, ma nel rispetto delle altrui opinioni perché in questo rispetto risiede la libertà”.
Per la cronaca, la XI edizione della Giornata del laureato si è conclusa con la premiazione dei nuovi ‘dottori eccellenti’. Presenti tra gli altri la Rettrice Antonella Polimeni e il Presidente della Fondazione Roma Sapienza Eugenio Gaudio