L’offensiva militare su Rafah non ha assunto l’aspetto di un’invasione a larga scala; il Governo israeliano mantiene il controllo della Striscia e l’Amministrazione Biden supervisiona che non ci siano troppe vittime civili e catastrofi umanitarie. Da Washington arriva anche l’intenzione di procedere con la vendita di nuove armi a Israele per oltre un miliardo di dollari: un pacchetto di armi che include il trasferimento di 700 milioni di dollari in munizioni per carri armati, 500 milioni di dollari in veicoli tattici e 60 milioni di dollari in proiettili da mortaio. L’Europa resta un po’ in ritardo con l’Alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell che chiede a Israele di porre fine “immediatamente” alle operazioni militari in corso a Rafah perché queste stanno ulteriormente peggiorando una situazione umanitaria già molto difficile e porteranno “inevitabilmente” nuove tensioni nei rapporti tra l’Unione e Israele.
Israele respinge Palestina nell’Onu
Il governo israeliano ha anche respinto all’unanimità, su proposta del premier Benyamin Netanyahu, la recente risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu che consente alla Palestina di diventare membro delle Nazioni Unite. Una nota ufficiale dice: “non daremo una ricompensa per il terribile massacro del 7 ottobre. Non permetteremo loro di creare uno stato terrorista dal quale possano attaccarci ancora più forte”. E con Hamas e i palestinesi non si parla da giorni: le trattative sembrano sospese e intanto mentre l’esercito israeliano entra a Rafah con operazioni mirate e costanti, una cinquantina di camion commerciali ha attraversato il valico di Kerem Shalom. I valichi di Rafah e Al Awia, invece, sono chiusi, ormai, da più di una settimana. Così come sono stati sospesi i lanci di aiuti dagli aerei per il divieto posto da parte di Israele. L’ultimo lancio è stato effettuato il 9 maggio scorso.
Questione Cisgiordania
L’attaccamento dei palestinesi alla propria terra “sconfiggerà tutti i tentativi di sfollamento continuati dopo la Nakba, non ultimi i piani per sfollare la nostra gente a Gaza”. Lo ha detto il premier di Ramallah Muhammad Mustafa nella ricorrenza della “Nakba”(catastrofe) – la nascita di Israele nel 1948 e l’esodo di circa 700mila palestinesi dalle loro terre – che è stata ricordata in tutti i territori. Mustafa ha denunciato “l’escalation degli attacchi dell’occupazione e dei suoi colonialisti in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme”. Una escalation – ha aggiunto – alla quale non ci arrenderemo andando via. Nel frattempo il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha incontrato a Beirut il vice capo di Hamas Khalil al-Hayya, per discutere della guerra di Gaza e probabilmente per cercare un “accordo interno” da portare ad un prossimo round di trattative. Il Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, dovrebbe recarsi in Arabia Saudita e Israele questo fine settimana. Ma la fonte non è ancora ufficiale.
Vittime donne e bambini
Donne e bambini costituiscono almeno il 56% delle decine di migliaia di persone uccise nella guerra di Gaza. Lo rende noto l’Onu. Il ministero della Sanità di Gaza ha affermato che al 30 aprile erano state identificate quasi 25.000 persone uccise. Di questi, il 40% erano uomini, il 20% donne e il 32% bambini, mentre l’8% erano anziani, una categoria non suddivisa per genere. Il portavoce dell’Oms Christian Lindmeier ha affermato che la nuova ripartizione è “la più completa” fornita fino ad oggi. Nella Striscia di Gaza la metà della popolazione ha meno di 18 anni. Tra i morti molti potrebbero essere ancora sotto le macerie “perchè sono quelli che solitamente restano a casa”. Quindi da un “calcolo statistico minimo”, ha detto il rappresentante dell’Oms, “si arriva al 60 per cento di donne e bambini.” “Uccidere bambini palestinesi innocenti nei loro letti è sbagliato quanto lo è uccidere ebrei innocenti nei campi di concentramento” ha commentato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo austriaco Alexander Schallenberg ad Ankara. “Israele calpesta il diritto internazionale e i diritti umani e gli sforzi diplomatici sono falliti ancora una volta a causa dell’invasione di Rafah”, ha aggiunto Fidan, ribadendo la posizione del presidente Recep Tayyip Erdogan secondo cui Hamas “non è un’organizzazione terroristica ma un gruppo che sta difendendo le terre palestinesi”.