Ogni tema ha una caratteristica umana corporea. Chopin lo potremmo associare a un mondo più lirico più leopardiano, mentre Musorgskij è proprio dantesco. Gadjiev, infatti ha spiegato che il criterio con cui costruisce i suoi programmi musicali ha a che fare con il bilanciamento degli elementi; accostare quindi pezzi che lui ritiene più liquidi con altri più solidi e spiega che per tale ragione ha voluto collegare l’atmosfera spaziale, terrena, oscura presente nella nona Sonata di Skrjabin e i Quadri di un’esposizione dove ci sono elementi esoterici ma anche corporali che si contrappongo alla dimensione luminosa di Franck.
Il programma di stagione continuerà con il sesto e ultimo concerto del lungo viaggio intrapreo dall’eccellenza del Quartetto Prometeo tre stagioni fa con l’esecuzione integrale dei Quartetti per archi di Dmitrij Šostakóvič. Giovedì 9 maggio (ore 21) al Teatro Argentina, Nurit Stark (primo violino che ha recentemente preso il posto di Giulio Rovighi, sarà il suo primo concerto con il Prometeo), Aldo Campagnari (secondo violino), Danusha Waskiewicz (viola) e Francesco Dillon (violoncello) affrontano gli ultimi due delle quindici composizioni che l’autore sovietico ha destinato al quartetto d’archi. Composti fra il 1938 e il 1974, attraversano una fetta importante della storia del Novecento che va dalla Seconda Guerra Mondiale ai primi segni di distensione della guerra fredda.
La storia e l’esperienza personale di Šostakovič rivivono e si intrecciano in queste composizioni che diventano preziosa testimonianza di un’epoca storica e di un particolare sentire musicale. Concluderanno gli appuntamenti di stagione di musica da camera al Teatro Argentina I Barocchismi, gruppo internazionalmente apprezzato quale complesso di riferimento per l’esecuzione del repertorio antico su strumenti storici. I Barocchisti guidati da oltre vent’anni dalla maestria e consolidata esperienza di Diego Fasolis saranno ospiti giovedì 16 maggio (ore 21).