Per la prima volta, il 23 maggio, due donne leader, una della maggioranza l’altra del principale partito di opposizione, saranno faccia a faccia nell’arena televisiva. Ci aspettiamo che l’evento segni una svolta nei modelli di confronto politico cui finora siamo stati abituati. Meloni e Schlein hanno un’occasione d’oro per dimostrare che la politica al femminile può essere migliore di quella interpretata dall’altra metà del cielo che finora l’aveva monopolizzata.
I giornali già parlano di ”duello” ,”scontro”, ”battaglia” etc. Fanno ricorso al solito linguaggio bellicista, riflesso condizionato di un modo di intendere la politica che non aiuta i cittadini ad appassionarsi ad essa. Pensare che l’interesse per la democrazia aumenti in proporzione ai decibel degli studi tv è un grossolano errore. Nel corso degli ultimi 20 anni i talk-show sono cresciuti sia nel numero sia nell’intensità di esasperazione e spettacolarizzazione forzata delle posizioni politiche. Ma parallelamente è aumentata l’astensione dal voto. Ormai è rarissimo poter assistere ad un dibattito in cui gli avversari politici non si trattino come nemici, in cui a ciascuno sia consentito di esprimere il proprio parere senza dover essere continuamente interrotto, in cui non volino parole grosse e talora anche offese personali disgustose.
La democrazia è fatta di confronti anche aspri quando è necessario ma essi non devono diventare dei war games. L’animosità esagerata distoglie l’attenzione dai contenuti, priva i cittadini della conoscenza precisa delle posizioni e li lascia con la mente frastornata
Il 23 maggio ci sarà un cambiamento di registro? E’ quello che ci auguriamo ,nella forma e nella sostanza. Giorgia e Schlein non sono due animelle, hanno caratteri molto forti e hanno tutto il diritto di apparire per quelle che sono: donne che fanno politica con passione. Ma da loro è lecito aspettarsi uno stile di confronto in cui le idee non siano offuscate dalle emozioni, il rispetto reciproco sia esibito come un valore che aumenta la loro autorevolezza e il fair play cancelli qualsiasi ombra di delegittimazione dell’avversario. Non è poco. E, per favore, parlate molto di Europa e poco delle beghe nostrane. Sarebbe una lezione formidabile che farebbe aumentare il prestigio della politica. Ce n’è tanto bisogno.