Il Presidente russo Putin, durante un’intervista televisiva con Lukashenko, leader bielorusso, ha chiarito che le esercitazioni militari con armi nucleari “erano pianificate” e si svolgeranno in “più fasi.” E incontrando i più alti responsabili militari ha confermato che saranno fatti investimenti per migliorare le tecnologie per nuovi armamenti. La Bielorussia si unirà alla Russia nella seconda delle tre fasi previste delle esercitazioni per testare la preparazione delle forze responsabili delle armi nucleari tattiche. Si tratta di verifiche che vengono condotte regolarmente, hanno confermato i due presidenti e Putin ha specificato che “non c’è nulla di inusuale in questo; si tratta di lavoro programmato”. Tutto confermato da Alexander Lukashenko che a sua volta ha confermato la sincronizzazione delle esercitazioni tra i due Paesi. Vladimir Putin ha spiegato che “poiché le armi nucleari non strategiche sono schierate sul territorio della Bielorussia questa volta abbiamo invitato i nostri amici e alleati, e il Presidente della Bielorussia ha chiesto di prendere parte ad una delle fasi delle esercitazioni.”
Giornata della Vittoria
La conferma delle esercitazioni è venuta a margine delle celebrazioni della Giornata della Vittoria sulla piazza Rossa. E c’era anche un americano, a Mosca, a ricordare la lotta contro il nazifascismo: Frank Cohn, colonnello dell’esercito americano che ha partecipato assieme alle truppe sovietiche alla battaglia sull’Elba. “Non c’è dubbio – ha raccontato alla Tass – che i russi abbiano cambiato quello che stava succedendo a Stalingrado e hanno iniziato a muoversi verso ovest. Se i russi non avessero tenuto molte truppe tedesche sul fronte orientale, saremmo stati in difficoltà”. Le persone che si rifiutano di rendere giustizia al ruolo sovietico, ha concluso Cohn, “semplicemente non capiscono cosa è davvero successo.” La vittoria sul nazifascismo non è solo della Russia e neppure soltanto degli alleati occidentali. Così la pace, dovrebbe essere considerata una vittoria comune.
Putin “emozionato”
Putin, infatti, di fronte a oltre 9.000 soldati che hanno sfilato, ha fatto un discorso che i commentatori russi hanno definito “emozionato”, per il suo standard. “Non permetteremo a nessuno di minacciarci” ha detto. “Faremo di tutto per impedire un conflitto globale, ma le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento”. La vittoria sulla Germania nazista rimane il simbolo più importante e ampiamente venerato valore della Federazione e un elemento chiave dell’identità nazionale. L’Unione Sovietica perse oltre 27 milioni di persone nella guerra, una stima che molti storici considerano prudente, segnando praticamente ogni famiglia. Per Putin l’Occidente vorrebbe cancellare il ricordo della lotta dei russi contro il nazismo, “ma noi non dimenticheremo mai, mai“.
Ucraina, licenziato ministro Kubrakov
In Ucraina, dove si vive una fase più complessa e di ripiego, il Governo Zelensky fatica a tenere le file. Ieri il Parlamento ha votato a favore del licenziamento di Oleksandr Kubrakov dalla carica di vice ministro per la Ricostruzione e ministro dello Sviluppo comunitario, dei Territori e delle Infrastrutture. Mentre il Presidente ha esonerato dal servizio militare l’ex comandante in capo delle Forze armate, generale Valery Zaluzhny. L’8 febbraio 2024 il generale era stato estromesso dalla carica di comandante in capo delle Forze armate e nominato ambasciatore dell’Ucraina a Londra.
Lituania: inviamo militari per addestramento
E torna la questione dell’invio di truppe sul campo di battaglia. La rilancia il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis che propone una coalizione di Paesi occidentali disposti a inviare “personale militare di addestramento” in Ucraina con il sostegno della difesa aerea di terra. Dopo aver incontrato il suo omologo britannico, David Cameron, a Londra, Landsbergis ha anche sostenuto la proposta del ministro degli Esteri britannico di fornire all’Ucraina armi di fabbricazione britannica. Vilnius chiede da tempo un’azione più dura contro la Russia. Ma il premier polacco, Donald Tusk ha ammesso che ci sono già militari di Paesi europei in Ucraina. Mentre la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, torna sull’adesione dell’Ucraina all’Unione e chiede che ognuno dei 27 paesi membri riconosca che Kiev soddisfa i criteri per l’adesione. Come possiamo guardare negli occhi gli ucraini quando abbiamo detto loro che “saremo con voi ad ogni passo”, e se voi fate il passo successivo e noi no? Per me questo è inaccettabile”.