Il mondo che verrà. Servirà fratellanza contro gli egoismi. Dobbiamo ora scegliere la vita. Puntiamo su un domani migliore.
Un futuro tutto da scrivere, da vivere e realizzare. Ecco quindi che ogni riflessione sul domani può darci indicazioni sul come affrontare l’emergenza, e soprattutto il dopo, quando il primo problema sarà risollevare l’economia non solo nazionale e internazionale, ma quella delle imprese, dalle grandi alle piccole, fino ad ogni cittadino che non deve essere lasciato solo, ma far scaturire da questo dramma mondiale, un senso di solidarietà e fiducia collettiva.
In questi tempi oscuri molte ipotesi si stanno formulando circa il futuro del nostro sistema economico. Dell’Ordine Economico Internazionale che ha retto sino ai nostri tempi. Tutti gli analisti, studiosi, politici ed economisti concordano su un punto, non sarà più lo stesso, non potremo più vivere come prima. Il nostro mondo sarà, dovrà necessariamente essere diverso, la nostra vita ed il nostro sistema di valori dovranno essere rivoluzionati. Il mondo o meglio i potenti che decidono le sorti del mondo si trovano già ora e d’ora in avanti sempre più di fronte ad un bivio, la scelta tra egoismo altruismo, tra chiusura ed apertura, tra solidarietà e isolazionismo. Per quanto riguarda l’Europa, le spinte nazionalistiche e sovranistiche già molto forti prima dello scoppiare di questa emergenza rischiano di essere alimentate vigorosamente dalla chiusura cieca ed aprioristica di un’ Europa degli Stati potenti e ricchi rispetto ad un’ Europa delle Nazioni più fragili e deboli, ove non si intervenga rapidamente, con decisione, in misura estremamente massiccia a sostegno degli stati membri più colpiti. E quindi di tutti.
Perché è questo che deve passare come concetto, non è colpa di questo o quello Stato o Regione se si è stati più o meno colpiti, anche perché prima o poi, come dimostrano i fatti e la cronaca di questi giorni, toccherà a tutti, e lo spirito di comunione e condivisione Europea dovrebbe proprio significare questo. Ed a questo dovrebbero servire le Istituzioni sovranazionali, a superare i particolarismi e la miopia dei singoli Governi, che, a volte, troppo spesso, guardano solo al proprio interesse di parte.
Ma non è quello che sta avvenendo. Ed i segnali per il futuro non sono incoraggianti.
Ed allora, se si vuole salvare il “Sistema”, se si vuole evitare che in alcune aree del Mondo ed anche in Europa scoppino rivoluzioni, tumulti e saccheggi, bisogna andare ancora più in alto, a livello planetario, visto che di pandemia ormai planetaria stiamo parlando, ed arrivare a concepire una nuova modalità di regolamento delle partite finanziarie tra Stati ed Investitori, in una nuova forma di Economia globale controllata, in un equilibrio dinamico tra libero mercato ed interventi di una Autorità Sovrana di regolamento delle partite Finanziarie globali. I meccanismi di questi interventi dovranno essere definiti rigorosamente ma dovranno essere efficaci e rapidi. E vincolanti per tutti.
E si dovrà considerare seriamente il Consolidamento del Debito dei Singoli Stati, se non il Congelamento, trasformare i titoli di Debito Pubblico a breve in titoli a lungo, lunghissimo termine, controgarantiti dalle rispettive autorità centrali UNICHE (BCE), e quindi di per se stesso TUTTI AD UGUALE RATING. A questo punto gli Stati potrebbero procedere alla Emissione di titoli anche centennali, o più, che prevedano la convertibilità in altri strumenti ad esempio titoli azionari od obbligazionari di Aziende di Stato, magari, perché no, titoli rappresentativi di Beni Culturali cartolarizzati, la cui maggioranza sia comunque detenuta saldamente dallo Stato. In Europa ad esempio, bisogna evitare il meccanismo perverso della speculazione che, giocando sugli spread ma sul sicuro in quanto tutto è comunque controgarantito dalle Autorità centrali, vanno a penalizzare questo o quel paese, ed alla fine speculando contro, comprano i titoli degli Stati più deboli guadagnando sul sicuro perché comunque garantiti da BCE.
Diversamente l’alternativa che si potrebbe percorrere sarebbe un globale e proporzionale azzeramento del debito pubblico dei paesi aderenti a dei sistemi a regia unica.
Altrimenti dovremo arrangiarci da soli, ed allora, perché no, (ma questa è solo utopia?), per i soli cittadini del Paese, introdurre la possibilità di sottoscrivere “titoli azionari” del Paese stesso. I cittadini, tutti Soci Proprietari della propria Patria. Ognuno per un pezzetto ed il Governo a render conto all’Assemblea dei Rappresentanti degli Azionisti, il Parlamento, eletto a sua volta dai “Soci”, nelle libere elezioni.
Una grande valorizzazione del Paese, la stima degli asset sulla base di criteri di valutazione che vada oltre una mera valorizzazione reddituale, e ad ognuno una quota di debito pubblico convertito in Azioni dello Stato. Che comunque conserverebbe una “Golden Share” di controllo. E l’efficienza del sistema Paese si misurerebbe sulla sua capacità produrre “Avanzo primario, Reddito sostanzialmente e Dividendo quindi… Con un limite come si trattasse di Azioni di Risparmio, al x% es 2% flat ed esentasse.
Se pensiamo al nostro Paese, l’Italia, una quota almeno pari a 700/1000 Mdi potrebbe essere convertita in Azioni, sottoscritte dai Cittadini Italiani, con al massimo il 10% del valore della ricchezza detenuta dagli italiani stessi, o se preferiamo Bond convertibili di cui sarebbe già garantita la conversione allo scattare di certi parametri, con l’immediato effetto di cancellare almeno il 30% del debito pubblico attuale. E di confondere così il Mondo.
Una via di mezzo, magari non così estrema potrebbe essere quella di emettere in Italia “Recovery Bonds” ovvero i “Buoni del Tesoro della Rinascita” o “Rinasci Italia”, sottoscritti ed aperti solo agli Italiani, utilizzati dallo Stato anche per pagare le spese straordinarie sostenute in questi tempi calamitosi, e le Banche dovrebbero poter costituire senza problemi il compratore finale. Questi Bond se sottoscritti da privati ed Imprese, ovvero assegnati alle imprese a titolo di pagamento delle spese sostenute dallo Stato,
potrebbero in futuro essere “convertiti” in azioni di Aziende o Beni dello stato oggetto di privatizzazione. A questo punto graverebbero molto meno sul Debito Pubblico. In una riclassificazione contabile potrebbero esser definiti titoli ”quasi Equity”.
In questo tempo abbiamo una sola certezza, quella che solo se saremo lucidi, compatti, coesi, solidali, positivi e soprattutto BEN GUIDATI, riusciremo a superare la attuale congiuntura, e trasformare quella che oggi appare, anzi è, la più terribile quanto inimmaginabile sciagura globale che poteva capitare in una fantastica opportunità di ripensare il nostro mondo, il nostro futuro, in nome di uno sviluppo sostenibile, in nome di un mondo migliore, per noi ed i nostri discendenti.