Mattinata a Tripoli per incontrare il Primo Ministro del governo di Unità Nazionale libico Abdul Hamid Mohammed Dabaiba e il Presidente del Consiglio presidenziale Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi nel nome del ‘Piano Mattei’. Pomeriggio a Bengasi per un bilaterale con il Generale dell’Esercito nazionale arabo Khalifa Belqasim Haftar con cui ha discusso, tra l’altro, delle iniziative italiane nel settore dell’agricoltura e della salute che interessano anche l’area della Cirenaica. È stata una giornata ricca di impegni quella di ieri per il Premier Giorgia Meloni che nel corso della sua missione in terra libica ha posto l’accento su una serie di temi cruciali per la stabilità del Paese e per la cooperazione bilaterale. Ha voluto ribadire l’impegno a lavorare con la Libia “in tutti gli ambiti di interesse comune attraverso un partenariato su base paritaria fondato su progetti concreti, in particolare nel settore energetico e infrastrutturale” e proprio su questo fronte insieme a Dabaiba è stato deciso di organizzare un business forum italo-libico entro la fine dell’anno.
Traffico di esseri umani
Una delle questioni affrontate è stata quella relativa alla gestione dei flussi migratori. Meloni ha elogiato i risultati positivi della cooperazione italo-libica in questo ambito e ha sottolineato l’importanza di intensificare gli sforzi per contrastare il traffico di esseri umani, sia a livello nazionale che regionale, nell’ambito della presidenza italiana del G7. La visita ha anche offerto l’opportunità di discutere il processo politico in corso in Libia. Meloni ha sottolineato l’importanza di indire elezioni presidenziali e parlamentari nel quadro della mediazione delle Nazioni Unite, ribadendo l’impegno dell’Italia per la stabilità del Paese e per il dialogo tra l’Unione europea e la Libia.
Gli impegni a Tripoli
Nello specifico, e nell’ambito del Piano Mattei, a Tripoli sono state siglate tre importanti dichiarazioni di intenti tra Italia e Libia, segnando così un nuovo capitolo di collaborazione bilaterale con accordi in materia di cooperazione universitaria e ricerca, salute, sport e giovani che hanno vista la firma dei rispettivi ministri italiani e i loro omologhi del governo nordafricano. La cerimonia ha visto la partecipazione di meloni e del Premier libico Dabaiba. A rappresentare l’Italia, anche il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, il Ministro della Salute Orazio Schillaci il Ministro dello Sport e i Giovani Andrea Abodi: tutti unanimi a sottolineare l’importanza di questi accordi nel promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale sia in Italia che in Libia.
L’Italia, come ha evidenziato Meloni, è il secondo fornitore della Libia, con una quota di mercato del 14.5%, e rappresenta il quinto mercato di destinazione dell’export nordafricano. Nel 2023, l’interscambio commerciale tra i due paesi ha superato i 9 miliardi di euro, testimonianza della solidità dei legami economici.
Un ruolo cruciale è stato svolto da Eni, che da tempo è presente in Libia e continua a investire nel Paese, contribuendo così alla crescita economica e allo sviluppo infrastrutturale. Inoltre, numerosi imprenditori italiani hanno manifestato un forte interesse per il mercato libico, specialmente nei settori delle grandi opere e delle infrastrutture. Un esempio tangibile di questa collaborazione è il consorzio italiano attualmente impegnato nella ricostruzione dell’Aeroporto Internazionale di Tripoli, un progetto che illustra il potenziale e l’expertise del mondo imprenditoriale italiano.
Tuttavia, per far fruttare pienamente questo potenziale che già esiste sono necessarie condizioni di sicurezza e di certezza legale su cui si dovrà lavorare insieme.
Lo spostamento a Bengasi
Successivamente, Meloni si è recata a Bengasi per un faccia a faccia con il Generale Haftar. Durante l’incontro sono stati discussi progetti italiani nel settore dell’agricoltura e della salute nella regione della Cirenaica, oltre all’impegno dell’Italia nella ricostruzione di Derna, colpita da una drammatica alluvione. Mala visita del Premier ha coinciso con le crescenti preoccupazioni riguardo all’influenza russa in Libia. È secondo Meloni per arrivare a una stabilizzazione del Paese c’è la necessità di dire basta alla presenza di forze straniere, facendo riferimento ai paramilitari filorussi della brigata Wagner ingaggiati dallo stesso Haftar e ora inquadrati nel Corpo militare di Mosca in Africa.