domenica, 22 Dicembre, 2024
Economia

Congo. Per la Banca centrale l’economia “rimane resiliente”

Crescita del Pil costante, inflazione volatile, ma ancora troppe criticità

Secondo l’ultimo rapporto della Banca centrale del Congo sulla situazione macroeconomica del Paese, “l’economia rimane resiliente”. Il tasso di crescita del Pil reale più elevato rispetto alla media dell’Africa sub-sahariana, nel 2023 è stata del 7,5% e le previsioni per il 2024 sono di un aumento del 5,7%. L’inflazione è “volatile” soprattutto a causa delle inondazioni e dell’insicurezza globale. Il tasso di inflazione in Congo potrebbe raggiungere il 17,2% nel 2024 e l’8,5% nel 2025 rispetto al 19,9% nel 2023 a fronte di una media dell’Africa subsahariana del 16,2% nel 2023, 15,3% nel 2024 e 12,4% nel 2025. Gli aumenti riguardano soprattutto la farina di manioca, il riso, zucchero, pollo, carbone, semola, fiammiferi e trasporti pubblici. Il livello delle riserve internazionali è equivalente a 2,7 mesi di importazioni (rispetto a una media di 3,9 mesi nella regione).

L’industria trainante estrattiva

Le miniere di rame, stagno e oro hanno aumentato le estrazioni, ma le esportazioni, a causa delle guerre, rimangono incerte. L’economia congolese soffre per le guerre russo-ucraina e per quella in Medio Oriente, ma anche per le tensioni con il Ruanda. Il rapporto Regional Economic Outlook: Sub-Saharan Africa pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale parla di “Una ripresa timida e costosa” per tutta l’Africa. Secondo le proiezioni del Fmi la crescita dovrebbe raggiungere il 4,0% nel 2025. Il tasso medio di inflazione è stato quasi dimezzato, da quasi il 10% nel novembre 2022 a circa il 6% nel febbraio 2024.

Le criticità sempre in agguato

Nota dolente è il debito pubblico congolese che è solo il 11,1% del Pil e dovrebbe scendere all’8,9% nel 2025, ma questo potrebbe indurre il Governo a sentirsi più libero di indebitarsi e innescare circoli viziosi finanziari. L’onere del debito pubblico dei paesi poveri continua a essere motivo di preoccupazione per le Organizzazioni non governative internazionali perché l’aumento dell’indebitamento, spinto anche dagli aumenti dei tassi di interesse, riduce la capacità di questi paesi di finanziare il Welfare, pagare i dipendenti pubblici e investire in Istruzione e eguaglianza sociale. Secondo il Fmi la regione è più vulnerabile agli shock esterni globali che alle condizioni interne, seppure complesse. Grande preoccupazione destano anche i cambiamenti climatici. Per il Fondo monetario “non soltanto il Congo, ma tutti i paesi dell’Africa subsahariana avranno bisogno di un maggiore sostegno da parte della comunità internazionale per costruire un futuro più inclusivo, sostenibile e prospero”.

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