“Meno pc e telefoni, andate controcorrente, utilizzate il tempo libero per conoscere Roma”. Con queste parole il Papa, nella giornata di ieri, si è rivolto alle nuove 34 Guardie Svizzere nel giorno del loro giuramento. Nell’anniversario del sacco di Roma avvenuto nel 1527, all’interno del cortile di San Damaso del palazzo Apostolico in Vaticano, il Pontefice ha ricevuto in udienza gli appartenenti al Corpo che dal 1506 difende la Sede Apostolica. Dopo la messa celebrata dal Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, Francesco si è rivolto ai giovani militari sottolineando il senso di fraternità che contraddistingue le Guardie Svizzere: “Utilizzate il tempo libero per attività comuni, per momenti di fraternità nei quali è possibile raccontarsi, condividere. Queste esperienze vi costruiscono all’interno e vi accompagneranno per tutta la vostra vita”. Le 34 Guardie hanno giurato indossando la ‘Gran Gala’, l’uniforme composta dall’armatura utilizzata in particolare per la benedizione ‘Urbi et Orbi’ impartita dal Papa a Natale e Pasqua. La cerimonia ha previsto la lettura del giuramento eseguita dal cappellano, con la formula “Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa. Assumo gli stessi doveri nei confronti del Collegio Cardinalizio durante la vacanza della Sede Apostolica. Prometto anche al Comandante e agli altri Superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Così giuro, che Dio e nostri Santi Patroni mi assistano” al che le Guardie Svizzere hanno risposto con “Io, Alabardiere, giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano.” Dopo la cerimonia di giuramento, è stata deposta una corona in ricordo dei morti del 6 maggio 1527.
Presente Viola Amherd
Insieme al Papa, altre alte cariche istituzionali hanno preso parte al giuramento. Tra loro Viola Amherd, Presidente della Confederazione Svizzera, Eric Nussbaumer, Presidente del Consiglio nazionale elvetico, e la Presidente del Consiglio degli Stati Eva Herzog. A rappresentare il capo dell’Esercito è stato il Vice Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Brigadiere Jacques Frédéric Rüdin. Per quanto riguarda la parte ecclesiastica, a rappresentare la Confederazione Episcopale Svizzera è stato il Vescovo di Basilea, Sua Eccellenza Monsignor Felix Gmür, attuale presidente della stessa. Per il giuramento di quest’anno, il cantone ospitante è stato quello di Basilea Campagna, il cui rappresentante a guida della delegazione è stato la Presidente del Governo Cantonale Monica Gschwind.
L’incontro con Begaj
Oltre a questo, il Papa, sempre nella mattinata di ieri, ha anche incontrato il Presidente della Repubblica di Albania Bajram Begaj. Il colloquio, iniziato alle 8 e 30 e durato 30 minuti, ha visto uno scambio di doni tra il Pontefice e il Presidente. Papa Francesco ha regalato un’opera composta da una fusione in bronzo dal titolo ‘Mani’, con una scritta che riporta il testo ‘Riempiamo le mani di altre mani’, insieme ai volumi papali de ‘Il Messaggio per la Pace di quest’anno’ e ‘Il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della LEV’. Il Presidente Begaj, invece, ha donato al Santo Padre un quadro a olio dell’artista albanese Helidon Haliti.