Il giorno dopo l’incontro, a Parigi, tra i presidenti Emmanuel Macron e il cinese Xi Jinping il Cremlino annuncia esercitazioni con armi nucleari tattiche. La “guerra interna”, o guerra civile, tra russi e ucraini, come l’ha definita il Patriarca Kirill durante la cerimonia per la Pasqua ortodossa, potrebbe allargarsi se la diplomazia non fermerà la mano dei militari che, tra l’altro, stanno rilasciando interviste, ogni giorno. Mentre il Ministro degli Esteri e vicepremier italiano, Antonio Tajani ribadisce: “siamo contrari all’azione militare della Nato in Ucraina: non prendiamo ordini dalla Nato, facciamo parte della Nato e partecipiamo alle riunioni. Poi se ci dovesse essere un attacco a un Paese Nato ci sono i trattati e ci sarebbe una reazione della Nato. Ma è tutta un’altra storia”. “Abbiamo deciso di dare un segnale all’Ucraina – ha aggiunto Tajani – ma non fa parte della Nato e non ne farà parte sino a quando c’è la guerra.” Sull’altro fronte Mosca sostiene che l’uso di armi nucleari non strategiche è la risposta all’escalation verbale dei leader francese e inglese che propongono di inviare contingenti di terra in supporto all’Ucraina. Macron, tra l’altro, è attaccato in casa da Raphael Glucksmann, figlio del filosofo André, capolista dei socialisti alle europee, per essere troppo tenero con Putin e Xi Jinping. Glucksmann sostiene, in un suo intervento sul quotidiano Le Monde, che finora la Francia non ha ottenuto nulla con il suo atteggiamento “accondiscendente” verso Cina e Russia e che bisogna essere più risoluti. Forti pressioni per soluzioni militari anche dalla ministra della Difesa spagnola, la socialista Margarita Robles, che ha confermato l’invio di missili Patriot a Kiev e che dice: “il Presidente russo sta commettendo un grande massacro contro la popolazione civile e non ha intenzione di porsi alcun limite.”
Cina, Francia e Ue contro l’escalation
Cina, Francia e Unione europea “desiderano tutti un cessate il fuoco rapido e il ritorno della pace in Europa, e sostengono una soluzione politica della crisi” ucraina. Le parti, ha affermato il Presidente Xi Jinping, incontrando all’Eliseo il Presidente Emmanuel Macron e la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, “devono opporsi insieme all’estensione e all’escalation dei combattimenti, creare le condizioni per i colloqui di pace, salvaguardare la sicurezza energetica e alimentare internazionale e mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento.”
Legione straniera in Ucraina?
L’ex vicesegretario alla Difesa Usa Stephen Bryan ha riferito che almeno un centinaio di soldati della Legione straniera francese sono nella città di Slavyansk in Ucraina. Bryan ha specificato che i legionari “sono schierati a sostegno della 54a brigata meccanizzata separata delle Forze Armate dell’Ucraina a Slavyansk. I soldati sono stati reclutati dal 3° reggimento di fanteria francese. Tecnicamente, questi artiglieri e scout, non fanno parte dell’esercito francese perché in quanto legionari possono non avere cittadinanza francese; molti sono cittadini di altri paesi. I legionari, pur essendo arruolati, ricevono il passaporto dopo alcuni anni di servizio. Bryan spiega che ci potrebbero essere dei paradossi per il quale dei legionari ucraini potrebbero essere finiti a combattere assieme a legionari russi. Mentre un esperto militare tedesco, Nico Lange, intervistato dalla Zdf, sostiene che le armi di precisione americane, date all’Ucraina, potrebbero essere facilmente neutralizzate dall’esercito russo attraverso interferenze in grado di dirottare i missili su altri obiettivi o renderli totalmente “ciechi”. I russi utilizzano sistemi sofisticati per neutralizzare i segnali Gps e creano una “marmellata” di imput tale da rendere “problematico” arrivare a bersaglio.
Zelensky a fine corsa?
Voci di fine corsa per il Presidente Zelensky arrivano dalla Russia, secondo i servizi di intelligence della Federazione gli Stati Uniti starebbero intensificando gli sforzi per trovare un’alternativa all’attuale leader ucraino. Sarebbero stati contattati il leader di “Solidarietà europea”, Petro Poroshenko e il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko. A seguire le trattative per il cambio di leadership sarebbero il capo dell’ufficio del Presidente ucraino Andrei Ermak, l’ex comandante in capo delle Forze Armate dell’Ucraina (AFU) Valery Zaluzhn e l’ex presidente della Verkhovna Rada, Dmitry Razumkov. Se dovesse essere un cedimento irrecuperabile del fronte o dovesse crescere l’insoddisfazione popolare, l’Ucraina avrebbe bisogno di un nuovo leader. Tra l’altro si approssima la scadenza formale del mandato di Zelensky che è il prossimo 20 maggio. Ieri, comunque, il Presidente Zelensky ha presentato al Parlamento un progetto di legge per prorogare ancora la legge marziale e la mobilitazione generale dal 14 maggio per altri 90 giorni, fino all’11 agosto 2024.
Escalation militare e diplomazia
L’esercitazione con armi nucleari annunciata da Mosca è un’esercitazione per valutare le capacità di controllo e di gestioni di armi devastanti; generalmente, dicono i militari, costituite da ordigni con potere distruttivo limitato, ma che sarebbero comunque superiore alle bombe atomiche usate contro il Giappone durante la seconda guerra mondiale. Il Cremlino, annunciando l’esercitazione, ha aggiunto che queste “rispondono alle affermazioni occidentali sull’invio di truppe in Ucraina.” Sull’annuncio il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba ha dichiarato che l’Europa è già in una “nuova corsa agli armamenti” e l’unica cosa che si può fare è “vincerla”, anziché far finta che non esista. L’Alto rappresentante per la Politica Estera europea, Joseph Borrell ha confermato che l’Unione deve “fornire a Kiev gli aiuti militari promessi.” Molto più cauto il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ha sottolineato come l’Ucraina abbia subito “la conquista di qualche piccola città” ma questo “non significa che siamo a un passo dalla sconfitta”. Non si è mai parlato di un intervento della Nato, ha spiegato Tajani, e ha ribadito che l’Italia ha chiesto che l’Ucraina possa entrare nell’Alleanza, “ma solo alla fine della guerra proprio per evitare un aumento della tensione.” Tajani poi ha anche spiegato che l’Italia ha “sempre tenuto riservate le forniture militari: è informato solo il Parlamento. Il nostro obiettivo è fornire armi non offensive ma che servissero a difendere l’Ucraina, ma – ha concluso – all’interno del territorio ucraino, non in territorio russo.” L’Italia, infine, non sarà rappresentata oggi alla cerimonia di insediamento del Presidente Putin perché l’ambasciatrice incaricata non ha ancora avuto il gradimento e l’incaricato d’Affari non parteciperà.