La recente decisione del Congresso americano di sbloccare finalmente aiuti militari consistenti all’Ucraina potrà segnare una svolta nel conflitto o servirà soltanto ad arginare le ferite che la Russia ha inferto negli ultimi mesi a Kyiv?
Credo che gli aiuti possano contribuire a fermare l’offensiva russa ma non possano contribuire in maniera determinante a far riacquistare all’Ucraina il terreno perduto fin dall’inizio di questa guerra. Le risorse che la Russia sta spendendo, sia umane sia come produzione bellica, non fanno intravedere una vittoria militare sul campo da parte dell’Ucraina
Neanche con l’entrata in campo degli F16 che daranno la copertura aerea di cui l’Ucraina non ha potuto beneficiare in questi due anni di guerra?
Le sorti del conflitto non potranno cambiare di molto. Gli equipaggiamenti che sono arrivati possono contribuire forse a guadagnare qualche porzione di terreno ma pensare che si possa ritornare ad una liberazione totale del Lugansk e del Donetsk onestamente mi sembra molto difficile. I russi non solo si sono rafforzati ma hanno fortificato le posizioni che avevano durante l’inverno del 2023, quelle contro cui hanno invano provato ad attaccare gli Ucraini senza riuscire a sfondare.
Ma l’Ucraina, al netto delle due regioni contese, può liberare tutta quella fascia che dalla Crimea chiude sostanzialmente l’accesso al Mar d’Azov?
Le risorse che contribuiscono al PIL dell’Ucraina sono sicuramente più nel Lugansk e nel Donetsk che non nella Crimea. Tutto però ruota intorno a Odesa che è il vero obiettivo che deve essere a tutti i costi difeso perché diventa vitale per lo sbocco sul Mar Nero. La Crimea è un obiettivo più facile per Kyiv rispetto a una riconquista delle due regioni.
Si è parlato soprattutto dopo le sortite del presidente francese Macron dell’invio di soldati dei Paesi che fanno parte dell’Alleanza atlantica quanto meno con l’obiettivo limitato di difendere le zone ucraine confinanti con i Paesi della Nato da attacchi russi. Cosa ne pensa?
Abbiamo assistito dall’inizio dell’aggressione della Federazione Russa al continuo alzarsi di una pericolosa asticella di conflittualità. Siamo stati anche a discutere fra armi offensive e difensive e stiamo discutendo dell’uso limitato delle armi americane che non devono attaccare il suolo russo. Non bisogna oltrepassare un’asticella che porterebbe a una conflittualità aperta fra la Federazione Russa e i Paesi della Nato.
L’impiego per qualsiasi motivo e a qualsiasi titolo di truppe dei membri dell’Alleanza atlantica in Ucraina alzerebbe pericolosamente questa asticella e rischierebbe di coinvolgere non solo il Paese che inviasse quelle truppe ma anche tutti gli altri membri della Nato. Il governo italiano ha già detto che è un’ipotesi da evitare. Anche perché la difesa dei confini si può farla all’interno dei propri confini non c’è necessità tattico-strategica di portale degli uomini al di là di un confine.
Il forte sostegno militare americano ed europeo dovrebbe avere un doppio scopo: impedire che la Russia possa riconquistare altro territorio e mostrare che l’Ucraina è in grado comunque di colpire zone vitali per la Russia come la Crimea per indurre Putin ad una trattativa ragionevole?
Bisogna aiutare l’Ucraina nello sforzo difensivo, rafforzare la deterrenza e mostrate alla Federazione Russa che attorno a Kyiv c’è un’unione di intenti che è sicuramente europea anche in vista di possibili cambiamenti nella linea degli Usa, annunciati da Trump. L’Europa deve spendere molto di più per le armi tenendo conto che l’Ucraina è in Europa. L’aiuto all’Ucraina deve essere sempre maggiore ma soprattutto continuo: i piccoli successi recenti della Federazione Russa derivano proprio dalla mancanza di continuità nei rifornimenti degli equipaggiamenti. L’Europa ha due obiettivi: essere unita e raggiungere quel 2% del PIL per la difesa per disporre di equipaggiamento e di un’adeguata ed efficiente dotazione di armi convenzionali, artiglierie, carri armati e depositi di munizioni ben riforniti.