Le università americane sono ostaggio di minoranze esagitate che proclamano di voler difendere i diritti dei Palestinesi e lo fanno spesso con violenza e con atti di spudorato antisemitismo. Nulla di simile, pare, sta avvenendo neanche negli atenei del principale nemico di Tel Aviv, l’Iràn, e non certo perché gli ayatollah impedirebbero manifestazioni anti-israeliane. La pace regna anche nelle università dei Paesi arabi più o meno moderati.
L’autofustigazione americana
È un’altra strana pagina di quest’America che ama auto-fustigarsi incolpandosi di tutte le peggiori nefandezze della storia e trattando se stessa come un carnefice anche quando svolge il ruolo della colomba.
Il parallelismo con le manifestazioni del Sessantotto contro la guerra in Vietnam è sbagliato. All’epoca gli Usa erano impegnati fino al collo in quell’avventura sanguinosa e sbagliata la cui memoria grava sulla coscienza americana insieme all’altra guerra , la seconda in Iraq, che non aveva motivo di esistere e che è stato un clamoroso autogol degli Stati Uniti.
Il comportamento esemplare della Casa Bianca
Nel conflitto di Gaza, Biden ha avuto un comportamento esemplare: è stato vicino a Israele dopo i pogrom del 7 ottobre, gli ha garantito il supporto necessario per avviare un’operazione di legittima autodifesa, ha dispiegato forze navali per far capire a Teheran di non azzardarsi ad approfittare del momento per attaccare Israele. Ma ha anche indicato a Netanyhau le linee rosse da non superare, prima fra tutte la tutela della popolazione civile di Gaza che da 7 mesi subisce lutti indescrivibili e vive in condizioni disumane. La Casa Bianca si batte con tenacia per far arrivare aiuti umanitari a queste persone indifese, le sta provando tutte per indurre l’ottuso premier israeliano alla moderazione, per farlo desistere dall’offensiva a Rafah e convincerlo ad accettare una tregua stabile per liberare le persone rapite e mettere le basi di una via d’uscita definitiva dall’annosa questione palestinese.
Manifestanti con idee confuse o manipolati?
E allora contro chi manifestano questi studenti che sono o disinformati o in malafede o, peggio, manipolati da chi trama contro il Governo americano? Dovrebbero, invece, sostenere gli sforzi del loro Presidente che è attentissimo alle questioni umanitarie, cerca di contrastare gli estremismi del governo israeliano ed è favorevole alla soluzione due Stati-due popoli. Ha fatto bene Biden a mettere un punto fermo: manifestare il dissenso è lecito ma bisogna rispettare le regole della democrazia. I rettori degli atenei dovrebbero organizzare dibattiti civili su questi argomenti senza lasciare ad un manipolo di agitatori il monopolio della tematica. E qualcuno dovrebbe indagare a fondo per capire se anche dietro queste manifestazioni non ci sia lo zampino dei nemici dell’Occidente.