Non c’è solo il mar Rosso, anche il Golfo di Guinea è affetto da pirateria, pesca illegale e traffici criminali. Negli ultimi anni il Golfo è stata l’area in cui si sono verificati, a livello globale, il maggior numero di attacchi di pirateria e furti armati in mare. Un’area seguita solo da quella dell’Est Asia-Stretto di Malacca. Così le marine africane si sono accordate con la Marina nazionale francese, capofila di altre europee, compresa l’italiana, per il controllo a vasto raggio delle navi in transito. Il Golfo di Guinea si estende per 5700 km di costa dal Senegal all’Angola. Le sue acque sono ricche di risorse ittiche e idrocarburi, i principali motori di un’attività economica regionale orientata al mare. Due terzi delle risorse di idrocarburi nell’area sono concentrate sul Delta del Niger, nelle immediate vicinanze del Benin, all’interno della zona economica esclusiva della Nigeria, il cui settore petrolifero rappresenta il 75% delle entrate dello Stato e oltre il 90% delle esportazioni totali.
Pesca illegale minaccia ecosistema
Il Golfo ha sofferto della pesca non dichiarata e ora è attraversato anche da navi che trasportano droga e armi. La pesca illegale è difficile da quantificare con precisione, ma è molto intensa e minaccia l’ecosistema da cui dipendono le popolazioni costiere. Gli effetti si vedono con la riduzione massiccia del pescato negli ultimi anni e la presenza di pescatori stranieri. Da circa 10 anni, auspice l’Onu, la Eccas, la Comunità economica degli stati del Centro Africa e la Ecowa, Comunità degli Stati dell’Africa occidentale, sono impegnati a combattere le attività illegali marittime.
Operazione Corymbe
Il Golfo di Guinea comprende 19 stati rivieraschi, dalla Nigeria all’Angola, dove vivono circa 80.000 cittadini francesi. Concentra un quarto del traffico marittimo di tutto il continente Africano. Ci sono circa 1.000 navi che vi navigano contemporaneamente ogni giorno. Quasi il 50% della produzione petrolifera del continente africano, ovvero circa il 10% della produzione mondiale, viene prodotta nel Golfo di Guinea. Inoltre vi si trovano più di un milione di tonnellate di pesce pescato ogni anno. Tuttavia, il 40% di questo volume proviene da pesca illecita, non dichiarata e non regolamentata. La Marina francese, quasi ininterrottamente, dal 1990, schiera navi nel Golfo di Guinea come parte dell’operazione Corymbe per rafforzare le capacità delle marine africane e garantire la sicurezza marittima nella regione.
Coordinamento di marine
Un’area di operazioni vasta quanto quella che agisce sul Golfo di Guinea richiede di unire gli sforzi di diversi attori regionali e internazionali. In questo senso oltre la Francia, anche Italia, Spagna, Danimarca e Portogallo svolgono attività di supporto e partneriato con i paesi africani interessati. Una “marina coordinata”, di fatto europea e africana, è particolarmente necessaria per coordinare gli interventi. Negli ultimi anni ci sono stati interventi significativi: nel 2021, ad esempio, la portaelicotteri francese Dixmude ha intercettato un carico di 6 tonnellate di cocaina. Nel 2022 altre 4,6 tonnellate di droga sono state sequestrate da un rimorchiatore brasiliano. Mentre nel 2023 una motovedetta senegalese ha consentito il sequestro di quasi una tonnellata di cocaina. Altro eclatante intervento di un’operazione coordinata il fermo di un peschereccio cinese che pescava illegalmente oltre a molteplici interventi di soccorso in mare.