lunedì, 25 Novembre, 2024
Lavoro

Vittime del lavoro e dell’amianto nel 2023: in Italia 7mila decessi e 10mila nuovi casi

Quella dell’amianto o asbesto è una vera e propria emergenza sociale. Lo scorso anno si sono registrati 7 mila decessi a causa di questo materiale. Lo confermano i dati dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), secondo cui nel 2023 sono stati rilevati ulteriori 10mila nuovi malati (in prevalenza uomini) per patologie legate all’asbesto. Ogni anno, il 28 aprile ricorre la Giornata Mondiale per le vittime del lavoro e dell’amianto per commemorare le scomparse, per riflettere sulle sfide ancora presenti legate a questa sostanza tossica e per ribadire l’urgenza di attuare misure di prevenzione e di assistenza a coloro che hanno contratto patologie asbesto-correlate. Nonostante siano trascorsi trentadue anni dalla legge n. 257 del 1992, che ha messo al bando l’uso del minerale, il suo impatto letale persiste: secondo le stime dell’ONA, attualmente nel nostro Paese sono presenti 40 milioni di tonnellate di amianto all’interno di 1 milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali e 42 di interesse nazionale. Le regioni a maggior rischio sono la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio, che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati, con una media annua di casi diagnosticati compresa tra 1.500 e 1.800.

Largamente utilizzato negli anni ‘80

L’amianto o asbesto, che trae la sua etimologia dalla parola greca “inestinguibile”, è un insieme di minerali di consistenza fibrosa e cancerogena. In natura è un materiale molto comune. Durante gli anni Ottanta il nostro Paese è stato uno dei maggiori produttori mondiali di amianto. In Italia questi pericolosi minerali venivano trasformati in manufatti commerciali in numerosi stabilimenti operanti nel territorio nazionale. L’amianto è stato utilizzato per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni, come materiale da costruzione per l’edilizia sotto forma di composito fibro-cementizio, noto anche con il nome commerciale Eternit, utilizzato per fabbricare tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie e inoltre nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (tinte, parti meccaniche, materiali d’attrito per freni e frizioni di veicoli, guarnizioni) e anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. La polvere di amianto è stata largamente utilizzata anche come coadiuvante nella filtrazione dei vini.

La Legge n. 257 del 1992

La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa ne avevano reso comune l’uso come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l’uso in molti paesi. La produzione, la lavorazione e la vendita dell’amianto sono fuori legge in Italia dal 1992. La legge n. 257 oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti all’estrazione e alla lavorazione dell’amianto, è stata la prima a occuparsi anche dei lavoratori esposti all’amianto. L’asbestosi è stata la prima malattia professionale amianto-correlata riconosciuta dall’INAIL; dal 1994 sono altresì tabellate come tali anche il mesotelioma ed il carcinoma polmonare. Se respirate, le polveri contenenti fibre d’amianto possono infatti causare gravi patologie, l’asbestosi per importanti esposizioni, tumori della pleura e il carcinoma polmonare. Gli amianti più cancerogeni sono gli anfiboli (gruppo di materiali comuni); fra essi il più temibile è la crocidolite. Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano.

Fondo per le vittime dell’amianto

Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa: un’esposizione prolungata nel tempo o a elevate quantità aumenta significativamente le probabilità di contrarre le patologie associate. L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA APS rappresenta, tutela e assiste tutti i cittadini e i lavoratori esposti e vittime dell’amianto e di altri agenti patogeni e cancerogeni. L’assistenza è tecnica, medica e legale. Questo servizio è gratuito. La tutela della salute e dei diritti delle vittime e dei loro familiari è il fine dell’associazione.
Il 30 marzo 2023 è stato istituito, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per le vittime dell’amianto, che interviene in favore dei lavoratori di società partecipate pubbliche che hanno contratto patologie legate all’esposizione alle polveri di questa sostanza durante l’attività lavorativa prestata nei cantieri navali nonché, in caso di decesso, dei loro eredi.

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