“Una pace negoziata è meglio di una guerra senza fine”. Nell’anteprima di un’intervista con il canale americano Cbs News per il programma ‘Evening News’ che verrà trasmessa integralmente il 19 maggio, il Papa ha rinnovato il suo appello affinché cessino quanto prima i conflitti sparsi per il mondo, a cominciare da quelli in atto in Ucraina e in Medioriente. Francesco nel corso della ‘chiacchierata’ con l’emittente statunitense ha posto principalmente l’attenzione nei riguardi dei bambini, spesso tra i più colpiti: “Quei ragazzi non sanno sorridere, si sono dimenticati come sorridere e questo è molto, molto grave”. Come oramai accade dal 7 ottobre, il Pontefice ha parlato della difficile condizione di vita in quel di Gaza, dove “il cibo entra, ma bisogna lottare per averlo”. Ha poi fatto un appello alle istituzioni affinché quanto prima trovino una soluzione per stoppare le armi: “Per favore. I Paesi in guerra, tutti quanti, fermino la guerra. Cerchino di negoziare. Cerchino la pace”, il suo appello. Rispondendo alle domande sulla possibilità di un suo ruolo diretto come mediatore nei conflitti in corso, Bergoglio ha confermato che il suo ruolo è quello di pregare per la pace: “Lo faccio tanto”.
Azione Cattolica
La giornata di ieri del Santo Padre è stata contraddistinta dall’incontro in piazza San Pietro, in Vaticano, con l’evento ‘A braccia aperte’ con Azione Cattolica. Qui, davanti a 60mila persone, ha ripreso il tema dell’importanza dei rapporti umani: “L’abbraccio è la via della vita”, ha esordito, sottolineando come gesti di apertura possano prevenire conflitti e costruire ponti di comprensione: “Un abbraccio che si trasforma in pugno è molto pericoloso, all’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o abbracci rifiutati a cui seguono pregiudizi, incomprensioni, sospetti fino a vedere nell’altro un nemico. Tutto ciò in questi giorni è sotto i nostri occhi in tante parti del mondo”. Pure in questa occasione il Vescovo di Roma ha quindi toccato il tema della pace che “nasce quando decido di perdonare, anche se è difficile, e questo riempie il cuore di gioia”.
Anche la diplomazia internazionale ha trovato spazio nell’agenda del Santo Padre, con un incontro nella mattinata con il Presidente dell’Ungheria Tamas Sulyok, durante il quale sono state discusse le questioni legate al conflitto in Ucraina e temi come la famiglia, i giovani e l’attenzione alle comunità cristiane vulnerabili nel mondo. Il Capo di Stato ha poi incontrato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, insieme a Monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. Nell’aula Paolo VI il Papa ha poi ricevuto in udienza i pellegrini ungheresi ringraziandoli per aver accolto gli ucraini che scappano dalla guerra che da più di due anni oramai sta devastando il Paese.