venerdì, 15 Novembre, 2024
Ambiente

Crisi del clima: il mondo sta vivendo il più grande sbiancamento dei coralli

Secondo gli scienziati della Noaa, Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica degli Stati Uniti, il mondo sta attualmente vivendo un evento globale di sbiancamento dei coralli. Il quarto episodio globale mai registrato e il secondo negli ultimi 10 anni si è verificato nella Grande barriera corallina dell’Australia, che sta subendo il gravissimo evento a causa del riscaldamento delle acque oceaniche dovuto alla crisi del clima. Il fenomeno segue il primo evento di sbiancamento globale verificatosi nel 1998, che portò alla distruzione il 16% delle barriere coralline del Pianeta. Lo sbiancamento dei coralli a oggi interessa il 54% dei reef globali, ma i ricercatori avvertono che la percentuale sta crescendo dell’1% ogni settimana. Ad annunciarlo è l’Australian Institute of Marine Science, grazie agli studi condotti all’Università di Newcastle in Inghilterra.

Vitali per la salute degli oceani

Gli eventi di “sbiancamento di massa globale” vengono definiti tali quando viene confermato un significativo sbiancamento dei coralli negli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico. L’evento attuale nella Grande barriera corallina si preannuncia come uno dei più gravi mai visti finora. Le barriere coralline sono vitali per la salute degli oceani. Forniscono cibo, reddito e protezione costiera da tempeste e inondazioni a circa 500 milioni di persone. Esse coprono meno dell’1% del fondale marino ma ospitano almeno il 25% delle specie marine. Come le regioni polari, le barriere coralline sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici. Secondo i ricercatori, a causa delle crescenti concentrazioni di gas serra che stanno riscaldando gli oceani, nei prossimi anni la situazione di sbiancamento dei coralli potrà solo peggiorare.

Quando è iniziato l’attuale fenomeno

I ricercatori dell’Australian Institute of Marine Science (AIMS), leader nella scienza marina tropicale, hanno spiegato che l’attuale fenomeno di sbiancamento “è iniziato con un forte stress termico accumulato nell’estate del 2023 nell’emisfero settentrionale. È continuato nell’estate del 2023-24 nell’emisfero meridionale. In passato, le temperature estive sulla Grande barriera corallina raggiungevano il picco intorno a febbraio. Oggi le temperature oceaniche sono più elevate per un periodo più lungo. Vediamo massimi sopra i valori storici fino ad aprile inoltrato”. Ora, tale evento di sbiancamento di massa globale è ancora in corso e il suo impatto completo non è ancora stato calcolato. “Alcune morti di coralli sono immediate – ha spiegato l’AIMS -. Alcune colonie si riprendono, mentre altre soccombono dopo che il calore dell’oceano si è attenuato”.

Urge un’azione per frenare gli effetti del cambiamento climatico

Il fenomeno di sbiancamento, si verifica quando i coralli sottoposti a forte stress espellono le alghe simbiotiche che vivono nei loro tessuti, facendoli diventare completamente bianchi. Sebbene non siano morti i coralli vengono indeboliti da questo fenomeno, compromettendo la loro capacità di riprodursi. Inoltre, quelli che sopravvivono, diventano coralli più suscettibili alle malattie”. In Australia e nel mondo, gli scienziati dell’AIMS stanno studiando quali coralli sono i più tolleranti al caldo, se si stanno adattando alle ondate di caldo marino e come utilizzare queste conoscenze per interventi che possono migliorare la resilienza della barriera corallina. Ma soprattutto, per i ricercatori “un’azione urgente per frenare gli effetti del cambiamento climatico globale è vitale per la salute dei nostri oceani e delle persone che dipendono dalle risorse marine”.

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