Il Presidente Biden aveva avvertito che non sarebbe stata tollerata l’ondata di antisemitismo nelle università americane. Ieri, invece, le tensioni sono aumentate e molti filo-palestinesi sono stati fermati. Studenti e docenti sono in agitazione alla Columbia University, al Mit di Boston, a Yale nel Connecticut, alla New York University: gli agenti hanno arrestato almeno 130 manifestanti e molti docenti sono sotto provvedimento disciplinare. L’università di Harvard ha deciso di sospendere il Comitato per la solidarietà con la Palestina.
Alcuni studenti si sono barricati all’interno della California Polytechnic State University. Tutti chiedono ai rispettivi atenei di ridurre i legami finanziari con Israele e con le aziende che riforniscono di armi Tel Aviv e, al governo, un maggior impegno per alleviare la crisi umanitaria a Gaza. Anche a Torino, fuori dal Politecnico, una cinquantina di studenti, ieri urlavano: “Fuori i sionisti dall’università”. L’occasione è stata la Conferenza degli Addetti scientifici e spaziali e degli Esperti agricoli 2024 ospitata dal Politecnico con ministri e istituzioni: tra gli altri il vicepremier Antonio Tajani, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Momenti di frizione con le forze dell’ordine: 30 attivisti identificati e sette poliziotti contusi. “Condanniamo con fermezza quanto accaduto, lo Stato è accanto di chi difende la libertà e la sicurezza di tutti i cittadini”, ha scritto su X la premier Giorgia Meloni. La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini ha dichiarato: “l’università non boicotta ma include, abbiamo una collaborazione efficacissima con Israele su progetti di grande innovazione che porteremo avanti.”
Usa chiedono a Turchia di mediare
In Medio Oriente, intanto, le operazioni militari sembrano molto rallentare, ma purtroppo anche le trattative di un formale cessate il fuoco, nonostante la risoluzione dell’Onu. Hamas ha fatto sapere che non accetterà altro mediatore che non sia il Qatar. Ma il Qatar ha appena fatto sapere che sta ripensando proprio al suo ruolo di mediatore. Gli Stati Uniti, nel frattempo, avrebbero chiesto alla Turchia di partecipare agli sforzi di mediazione e di fare pressioni su Hamas per ottenere flessibilità nelle richieste. Il gruppo palestinese ha accolto con favore il coinvolgimento di Ankara nei colloqui, ma ha chiarito che non può essere un’alternativa al Qatar.
Guerra verbale Iran-Israele
Israele, invece, tramite il ministro degli Esteri, Israel Katz, ha dichiarato, rivolgendosi all’omologo iraniano: “Amir-Abdollahian, ti lamenti della forza e della rapidità delle sanzioni? Faresti meglio ad abituarti, questo è solo l’inizio. Il mondo libero si è risvegliato ed è determinato a fermare te e la sanguinaria dittatura iraniana”. Katz rispondeva a una dichiarazione del ministro iraniano che aveva definito “deplorevole vedere l’Ue decidere rapidamente di applicare ulteriori restrizioni illegali contro l’Iran.” Mentre il Presidente iraniano, Raisi, affermava che se Israele attaccasse l’Iran, è “improbabile” che rimarrebbe “qualcosa” dello Stato ebraico.
Ostaggi, 200 giorni di prigionia
Le famiglie degli ostaggi di Hamas hanno organizzato una protesta a Tel Aviv per ricordare i 200 giorni dalla prigionia dei loro cari. Le famiglie e i loro sostenitori si sono dipinti le mani di rosso e le alzano al cielo in un atto di protesta nella piazza HaBima della città. Le famiglie chiedono al governo di agire per garantire il loro rilascio.
Fosse comuni. Türk “inorridito”
In risposta alla scoperta di fosse comuni in uno dei complessi sanitari di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, dove sono stati trovati centinaia di corpi, il ministero degli Esteri egiziano ha diffuso una nota in cui definisce “deplorevole e vergognoso che il diritto internazionale e i valori umani continuino ad essere così gravemente violati nel 21/o secolo”. Il portavoce del ministero ha quindi condannato le “ripetute violazioni da parte di Israele del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario nella Striscia di Gaza, che colpiscono civili disarmati, sfollati interni e personale medico, ribadendo la necessità di un intervento immediato da parte della comunità internazionale”. Anche l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha chiesto un’indagine internazionale “indipendente, efficace e trasparente” sulle fosse comuni e si è detto “inorridito” dalla distruzione dell’ospedale Shifa di Gaza e del complesso medico Nasser di Khan Yunis.