Seconda giornata del G7 Esteri a Capri guidato del capo della diplomazia italiana, Antonio Tajani che ha aperto i lavori dicendo: “affronteremo i temi più delicati all’ordine del giorno, la situazione internazionale che conosciamo, e con il ruolo di portatori di pace ovunque, con la forza della diplomazia”. Sui tavoli tante le questioni aperte e, appunto, tra le più delicate: dalle guerre in Ucraina e a Gaza, alle minacce di escalation dall’Iran alle turbolenze nel mar Rosso o nel continente africano, come in Niger. E la decisione unanime di introdurre altre sanzioni “individuali” e mirate per l’Iran.
Blinken: l’Italia fa la differenza
A Capri, ieri, sono arrivati anche il ministro degli esteri ucraino, Kuleba e il Segretario della Nato, Jens Stoltenberg. C’era anche il Segretario di Stato americano, Antony Blinken che, coincidenza, compiva gli anni e ha ricevuto dal ministro Tajani un disco dei Maneskin, la popolare band italiana molto nota anche negli Stati Uniti. Blinken, tra l’altro, ha riconosciuto che “la leadership italiana del G7 sta facendo la vera differenza. Siamo grati per questo, il Presidente Biden apprezza profondamente la sua partnership con Meloni e apprezziamo la nostra partnership con l’Italia”. Proprio Biden ieri ha dato il via libera a nuove sanzioni mirate all’Iran; a 16 individui e entità che favoriscono la produzione di droni per le forze armate di Teheran. Nel mirino anche 5 società che forniscono componenti per la produzione di acciaio.
Gli aiuti all’Ucraina
Il G7 si è focalizzato anche sugli aiuti all’Ucraina per i quali il Segretario della Nato ha chiesto più “sostegno” per la fornitura di sistemi di difesa aerea. L’Ucraina, dopo aver visto l’efficacia della difesa israeliana all’attacco dell’Iran, continua a chiedere un sistema simile. Messaggio rilanciato a Capri dall’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell che prima dell’inizio dei lavori ha invitato i partner a “tirare fuori i Patriot dai depositi e inviarli a Kiev: dobbiamo assumerci le responsabilità” e non lasciarle solo agli Usa, ha sottolineato. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, a sua volta, ha aggiunto che si tratta “di una questione di vita o di morte.”
Sistemi di difesa aerea
A margine del summit si è incontrato direttamente con Blinken e i due diplomatici hanno concordato che l’unica opzione per resistere alla Russia è “la difesa aerea”. Blinken ha anche riaffermato l’impegno degli Stati Uniti a sostenere gli obiettivi “di integrazione euro-atlantica dell’Ucraina e la sua lotta contro l’aggressione della Russia”. “Aiutare l’Ucraina significa lavorare per la pace – ha aggiunto Tajani – perché se Kiev perde Putin non si siederà mai al tavolo della pace.”
Bilaterali per coordinarsi
La Germania ha annunciato l’invio di un ulteriore sistema di difesa aerea Patriot all’Ucraina e il ministro Tajani ha tenuto degli incontri bilaterali con l’omologa tedesca, Annalena Baerbock, proprio per approfondire la collaborazione per supportare Ucraina e Israele, ma anche per evitare qualsiasi escalation sui fronti caldi. Tajani e Baerbock hanno espresso l’auspicio che si possa raggiungere un cessate il fuoco a Gaza in linea con la Risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza ONU, fondamentale per portare aiuti umanitari per la popolazione civile e favorire una de-escalation più ampia, di cui premessa importante è anche il rilascio di tutti gli ostaggi. Stesso canovaccio nell’incontro con il ministro degli Esteri inglese, Cameron e il francese Séjourné con il quale si è discusso del sistema di difesa missilistico Samp/T, di produzione italo-francese e anche questo richiesto dall’Ucraina.
No alla escalation
Il presidente del G7, Tajani ha auspicato che l’atto di aggressione iraniano – fortemente condannato dalla presidenza italiana G7 – non sia seguito da risposte o rappresaglie, poiché qualsiasi azione di questo genere rischierebbe di innescare una conflagrazione regionale. Questo nonostante, proprio ieri, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, dalla base aerea di Tel Nof, ha dichiarato che “lo Stato di Israele ha la libertà di azione per fare ciò che vuole.”
L’Africa da rafforzare
Infine la presidenza italiana del G7 rivendica di aver rimesso l’Africa al centro del dibattito internazionale. Questo perché, ha spiegato Tajani, prima dell’incontro con il ministro degli Esteri della Mauritania, Mohamed Salem Ould Merzoug, “vogliamo rilanciare il partenariato con l’Unione Africana. Lavoriamo insieme per rafforzare il contrasto alle migrazioni irregolari, favorendo la stabilità e la crescita.”