giovedì, 19 Dicembre, 2024
Società

Il profilo di rischio abitativo per città meno “fragili”

La pubblicazione di qualche giorno fa,  del profilo di rischio edilizia abitativa da parte della Banca Dati INAIL, inserito nel documento base insieme ad altri 115 profili di rischio di comparto dell’Istituto Assicuratore, faciliterà ulteriormente il percorso della Rigenerazione delle Periferie, attraverso degli standard da valutare di volta in volta, utili non soltanto urbanisticamente, ma anche per migliorare la qualità del vivere in aree di prossimità delle città.

“E’ un importante passo avanti, quello dei profili di rischio di comparto, ha sottolineato Alessandro Battilocchio, presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, in quanto durante le audizioni fin qui svolte, viene fuori la difficoltà legata a standard di sicurezza, benessere, accessibilità e mobilità cui riferirsi negli interventi di recupero.

Gli eventi degli ultimi anni hanno messo in evidenza i limiti e le fragilità delle città contemporanee,  ha aggiunto Battilocchio, accendendo il dibattito su nuovi modelli di abitare e di vivere gli spazi urbani. La città appare oggi come una realtà mutata, che necessita di essere ripensata per trovare nuovi equilibri tra le necessità dei singoli cittadini e il sistema sociale nel suo complesso.”

Le condizioni di povertà delle famiglie, sottolinea l’Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali dell’Università degli Studi di Salerno, sono strettamente legate anche alla tipologia di godimento dell’abitazione in cui si vive, considerando che l’incidenza dei relativi costi sul reddito disponibile è mediamente alta. Tra i 2 milioni di famiglie povere in Italia, il 43,1% (866 mila unità) paga un affitto, rispetto a una media nazionale del 18,3%. Il 22,1% delle famiglie in povertà assoluta nel Mezzogiorno è affittuaria, mentre nelle regioni del Nord e del Centro tali percentuali risultano rispettivamente pari al 18,1% e al 12,3%). In media, una famiglia in condizione di povertà assoluta paga circa 330 euro mensili, con un’incidenza sul totale delle spese familiari pari al 35,9%. Il peso della spesa per affitti delle famiglie povere è, in termini di incidenza percentuale, sensibilmente superiore rispetto alle famiglie non povere (22,3%), sebbene il costo medio di queste ultime sia superiore (433 euro mensili). Tra le famiglie povere che possiedono una casa di proprietà, il 19,8% paga un mutuo (a fronte del 19,5% delle famiglie non povere) con una rata media pari a circa 459 euro mensili.

Oltre agli aspetti economici, la questione abitativa è anche condizionata da altre dimensioni che definiscono il discomfort e che riguardano, oltre che le strutture danneggiate, anche la presenza di umidità e di scarsa luminosità negli edifici, elementi che concorrono ad incidere sulla salubrità stessa delle abitazioni.

Avere a disposizione un documento istituzionale come il profilo di rischio Edilizia Abitativa, sarà sicuramente utile nella redazione di progetti di ristrutturazione e recupero abitativo.

Sono infatti tipicamente le famiglie che vivono nel centro di aree metropolitane a risentire maggiormente di questi problemi, con incidenze relativamente stabili nel confronto tra comuni di diverse dimensioni. In particolare, nel centro delle aree metropolitane circa il 10,1% delle famiglie vive in abitazioni danneggiate a fronte di un 7,1% di famiglie residenti in piccoli comuni (fino a 2.000 abitanti).

Nella città intelligente, il miglioramento della qualità della vita delle persone include gli aspetti più vari, dall’utilizzo di fonti rinnovabili e di energia poco costosa all’incremento dei posti di lavoro, da trasporti efficienti a buoni servizi di base e alla facilità di accesso a luoghi di intrattenimento e culturali, e così via. Un modello di città che offre un elevato livello di connettività fisica, tecnologica e digitale, che passa attraverso la riduzione del traffico e dello stress secondo i criteri della mobilità sostenibile e dei legami di vicinato attraverso il modello di “città in 15 minuti” e che coinvolge il tema della resilienza ai cambiamenti climatici e della densificazione senza consumo di nuovo suolo con l’incremento di aree verdi in contrasto alle isole di calore.

Negli interventi dovrà essere sostenuta anche la transizione verso l’economia circolare, la riduzione e riciclo di rifiuti e per la selezione dei progetti, rappresenteranno criteri premianti l’utilizzo dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) sui materiali recuperati e riciclati nonché sulla prevenzione del consumo di risorse non rinnovabili.

La realizzazione dei progetti non porterà ad un aumento significativo delle emissioni di inquinanti, rispettando il criterio della prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo. Sono previsti: la sostituzione dei sistemi di riscaldamento a base di petrolio e assenza di amianto e altre sostanze nei componenti e nei materiali da costruzione utilizzati nelle ristrutturazioni degli edifici, adozione delle misure per ridurre le emissioni degli agenti inquinanti (rumore, polveri, etc.) durante i lavori di ristrutturazione.

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