E’ partita una raccolta firme che ha l’obiettivo di raccogliere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e per difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. L’iniziativa è stata avviata contemporaneamente alla protesta del Brennero dalla Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto arriva sulla tavola dei consumatori.
Campagna “#nofakeinitaly”
La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly. “Dinanzi all’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore” Coldiretti chiede anche “maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola. Basti pensare ai recenti casi di patate straniere vendute come italiane o dei falsi carciofi brindisini di provenienza africana, o dell’olio di semi venduto ai ristoranti romani come extravergine.” I valichi e i porti – denuncia ancora Coldiretti – “non possono continuare ad essere un colabrodo da cui passa di tutto.”
Cosa arriva nei piatti?
E’ necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo. La mobilitazione della Coldiretti, spiegano gli agricoltori italiani, “rappresenta anche una risposta all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti dell’Unione europea nell’Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto.”
Brennero, luogo simbolo
E pesa anche l’esclusione dalla Direttiva Breakfast di prevedere l’obbligo dell’indicazione di origine per succhi di frutta e marmellate, inizialmente inserito e poi bocciato in fase di Trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue. La protesta del Brennero, diventato luogo simbolo del “passaggio dei falsi prodotti made in Italy” è già proiettata a dopo le elezioni di giugno. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, conclude dicendo: “è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei. Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee”.