I fulmini potrebbero aumentare del 18%, rappresentando una minaccia per l’incolumità umana e un alto rischio per gli incendi e per l’ambiente. Lo sostiene uno studio pubblicato su Scientific Reports che prevede un aumento significativo del numero di fulmini a causa del progressivo riscaldamento globale. Per giungere a tale conclusione, il primo autore dello studio, il ricercatore Takuro Michibata del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Okayama in Giappone, ha effettuato esperimenti basati su simulazioni dell’atmosfera, considerando tre epoche diverse (preindustriale, attuale e futura) e includendo nelle sperimentazioni per la prima volta anche i ‘graupel’, una precipitazione solida composta da granelli di ghiaccio di forma sferica. Come precisato nello studio, l’attività dei fulmini dipende da vari fattori, tra cui instabilità atmosferica, aerosol, profondità delle nuvole, graupel e riscaldamento globale, rendendo difficile una simulazione matematica accurata. Tuttavia, a seguito degli esperimenti, l’esperto è riuscito a stabilire che, dal periodo preindustriale a oggi, il “tasso medio dei fulmini è aumentato del 7,1%, con un’ulteriore previsione di crescita del 18,4% nel futuro”.
Più fulmini, più incendi e più emissioni
In meteorologia il fulmine (detto anche saetta o folgore) è un fenomeno legato all’elettricità atmosferica che consiste in una scarica elettrica di grandi dimensioni che si instaura fra due corpi con elevata differenza di potenziale elettrico. A causa della ingente potenza rilasciata, essi costituiscono una minaccia per l’incolumità umana, ma soprattutto l’aumento dei fulmini comporta gravi rischi per le foreste, dove il 77% delle aree extratropicali bruciate sono legate ad esse, in netto contrasto con gli incendi nei tropici, che sono per lo più appiccati dalle persone, come mostra un altro studio pubblicato nel novembre del 2023 su Nature Geoscience, realizzato dai ricercatori dell’Università di Leeds. Le aree extratropicali immagazzinano grandi quantità di carbonio e quando vengono incendiate emettono considerevoli quantità di anidride carbonica e altri gas serra. I ricercatori, mediante tale studio, mostrano che tale fenomeno potrebbe amplificare le emissioni di gas serra fino al 30% entro la fine del secolo, contribuendo a creare un circolo vizioso: l’incremento dell’anidride carbonica nell’atmosfera determina ulteriore riscaldamento che assorbe una maggiore quantità di umidità nell’aria, causando temporali violenti con una probabilità elevata di fulmini, incrementando così la possibilità di incendi.
Una minaccia per l’uomo
Oltre agli impatti ambientali, i fulmini rappresentano una minaccia diretta per le persone. Quando un fulmine colpisce una persona, si parla di fulminazione: “in una frazione di secondo un fulmine può danneggiare il cervello e arrestare il battito cardiaco”. Gli esperti hanno calcolato che circa il 10% delle persone colpite da fulmini muore, mentre il 90% riporta disabilità di vario grado. Si stima che in tutto il mondo, nell’arco di un anno, più di mille persone vengano colpite da un fulmine. Le previsioni sull’ aumento dei fulmini e quindi degli incendi associati rappresenta una chiara testimonianza degli impatti del cambiamento climatico. Per limitare il pericolo, i ricercatori segnalano l’importanza di “implementare sistemi di rilevamento dei fulmini, installando anche impianti di protezione negli edifici” e dunque l’urgenza di adottare misure per mitigare tali effetti e sviluppare soluzioni di lungo periodo per affrontare la sfida del riscaldamento globale e proteggere sia l’ambiente che la sicurezza delle persone.