martedì, 9 Luglio, 2024
Salute

L’allarme del prof. Locatelli sui lavori usuranti in medicina

«L’emergenza-urgenza è una specialità usurante” ha dichiarato, tra l’altro, qualche giorno fa il prof. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di sanità del Ministero della Salute in una intervista al Corriere della Sera, evidenziando un grosso problema che riguarda una chiara carenza non solo di personale sanitario e professionale infermieristico  dei pronto soccorso, ma anche di figure di punta come chirurghi e anestesisti.

Si tratta di un allarme che viene da una delle più rinomate istituzioni di sanità pubbliche del nostro Paese, ha precisato l’Osservatorio sulle Malattie Occupazionali e Ambientali, OSMOA, dell’Università degli Studi di Salerno,  verso la quale occorre una approfondita riflessione legata principalmente alla ridotta attrattiva delle predette discipline ospedaliere, legate soprattutto all’invecchiamento della forza lavoro e  modelli di valutazione del rischio.

“Non a caso l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) ha spiegato a fine anno scorso  che nel 2022 è stata superata la soglia del 37% dei lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni in tutti i settori lavorativi, quindi anche nel comparto sanità, ha sottolineato l’onorevole Chiara Tenerini, responsabile nazionale Lavoro di Forza Italia.

Erano il 21% nel 2005 e il 27% nel 2012. E più di un imprenditore su quattro, tra quanti hanno ravvisato l’invecchiamento del proprio personale, giudica tale fenomeno uno svantaggio, che potrebbe compromettere la capacità di gestire i carichi di lavoro o di impiegare nuove tecnologie, l’adattabilità a nuove mansioni e la disponibilità alla flessibilità di orario. Inoltre, il 41% valuta non adeguate le competenze digitali dei lavoratori in età più avanzata e più della metà ritiene che sarebbe utile svilupparle ulteriormente.”

L’invecchiamento influisce negativamente sulle capacità funzionali fisiche (forza muscolare, elasticità dei tessuti) e cognitive (attenzione, memoria, velocità di risposta agli stimoli) degli individui “anziani” peggiorando la loro performance e riducendo la resistenza allo sforzo psico-fisico rispetto ai giovani, sostiene OSMOA.

Con l’avanzare dell’età, aumenta anche il rischio di patologie croniche, che possono causare una maggiore suscettibilità del lavoratore anziano all’esposizione a fattori di rischio occupazionali. Tale esaurimento psico-fisico è più marcato e accelerato nei lavoratori che svolgono lavorazioni gravose ed usuranti, concetti  assolutamente non sovrapponibili ed ontologicamente diversi.

L’individuo è sottoposto ad un sovraccarico fisico e psichico che spesso non viene adeguatamente compensato con la previsione di congrui periodi di recupero. Tuttavia, alla riduzione delle capacità funzionali del lavoratore “anziano” spesso non corrisponde una riduzione delle richieste lavorative, come è emerso dall’indagine Eurofound (2012) che ha rilevato come l’esposizione ai principali fattori di rischio sul lavoro si modifica poco tra i lavoratori di entrambi i generi oltre i 50 anni, e persino tra quelli di età superiore a 60 anni. In sostanza i lavoratori continuano a svolgere lo stesso lavoro con le stesse modalità di quando erano giovani ma non hanno più le stesse risorse e capacità funzionali di allora

Per tutelare i lavoratori impiegati in attività particolarmente faticose e pesanti, i cosiddetti lavori usuranti da estendere anche ai chirurghi e agli anesteisti invocati dal Presidente CSS,  il decreto legislativo 67/2011 introdusse, dal 1° gennaio 2008, una disciplina che consentiva di anticipare l’età pensionabile che è stata mantenuta, seppur con alcune modifiche, dalla Legge Fornero del 2011 ed è stata recentemente oggetto di alcune migliorie ad opera delle ultime due legge di bilancio Questa normativa, è bene ricordarlo, gode di agevolazioni previdenziali più robuste rispetto ai lavori gravosi, Nell’ultima revisione di qualche anno fa furono introdotti in questa categoria infermieri professionali ed ostetriche.

 

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