L’Emilia-Romagna si conferma una delle regioni italiane più all’avanguardia per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto e la promozione della mobilità sostenibile. Secondo il rapporto ‘Sussidiarietà e… governo delle infrastrutture’, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà (FPS), la regione registra risultati eccezionali in vari settori chiave della mobilità. Facendo un confronto con la media nazionale l’Emilia-Romagna supera la media italiana per quanto riguarda la dotazione di strade, ferrovie, passeggeri negli aeroporti e merci nei porti. Con valori rispettivamente pari a 108, 115, 147 e 141 su una scala base di 100, la regione si distingue per la sua eccellenza infrastrutturale. Un dato interessante riguarda l’utilizzo dell’auto: sebbene il 64,5% dei cittadini emiliano-romagnoli si sposti in auto, questo valore è inferiore alla media nazionale del 66,3%. Un dato che suggerisce che nella regione è molto diffusa l’adozione di mezzi di trasporto alternativi, come la bicicletta, a piedi o i mezzi pubblici. Ma le buone notizie non finiscono qui. Entro il 2025, tutte le linee ferroviarie regionali dell’Emilia-Romagna saranno a emissioni zero, grazie a nuovi investimenti per un totale di 7 miliardi di euro.
Dati negativi in generale
Ma il Rapporto mostra che l’Italia destina alle infrastrutture di trasporto appena lo 0,5% del prodotto interno lordo, quasi la metà rispetto ai maggiori partner europei come Gran Bretagna (0,9%), Francia (0,9%) e Germania (0,8%), in base ai più recenti dati disponibili (2021), mentre la Spagna (0,5%) è in linea con noi. Dal 2010 al 2020 l’Italia ha speso per la costruzione e manutenzione di infrastrutture di trasporto circa 98,3 miliardi di euro. Gli investimenti hanno superato i 227 miliardi di euro in Germania, 223 in Francia e 186 in Gran Bretagna. Solo la Spagna ha fatto meno con 90 miliardi di euro.
Problemi di sostenibilità
“L’investimento in infrastrutture di qualità e nella loro gestione deve fare i conti con problemi quali la sostenibilità, il consumo di suolo e il coinvolgimento delle realtà locali”, osserva Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “ma bisogna superare la contrapposizione tra Stato centrale, amministrazioni locali e società civile e perseguire una vera cultura della sussidiarietà che consiste nel dialogo continuo tra diversi livelli di governo e tra questi e le comunità locali. In sintesi per raggiungere obiettivi che interessano il bene comune, le reti di cui ha bisogno l’Italia devono essere realizzate pensando a una prospettiva di lungo periodo, e coinvolgendo i territori e i corpi intermedi”. “Le infrastrutture sono essenziali per la vita delle persone, delle comunità, delle imprese”, sottolinea Valerio Veronesi, Presidente Camera di Commercio di Bologna e Unioncamere Emilia-Romagna, “Sono un bene comune la cui utilità e sviluppo nel tempo può essere garantito solo da un dialogo costruttivo che non si deve mai interrompere. È il solo modo per superare gli ostacoli, prevenirli, cogliere le opportunità, affrontare la complessità. Valorizzare questo è creare la necessaria fiducia per progettare ed investire. In questo il ruolo delle imprese nelle Camere di commercio è sempre stato capillare e fondamentale”.