La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato il via libera all’emendamento proposto dal governo che interviene sull’articolo 3 del testo costituzionale riguardante il Premierato con l’obiettivo di modificare l’articolo 92 introducendo la possibilità di far eleggere al popolo direttamente il Presidente del Consiglio. Il testo, approvato ieri, introduce diverse novità sostanziali. In primo luogo, prevede il limite di due mandati consecutivi della durata di 5 anni, a eccezione di un terzo nel caso in cui il Premier non abbia ricoperto l’incarico per un periodo superiore ai sette anni e sei mesi nelle legislature precedenti, e interviene sui poteri del Presidente della Repubblica. Quest’ultimo conferisce l’incarico di formare il governo al Premier eletto, nomina e revoca, su proposta di questo, i ministri. Previsto lo stop al semestre bianco. Un’altra modifica significativa riguarda l’eliminazione della soglia del 55% dei seggi come premio di maggioranza.
La richiesta di Casellati
L’Iter in commissione del ddl per l’introduzione del premierato nella Costituzione potrebbe concludersi alla fine di aprile per poi andare in aula, ma i tempi li determina la discussione parlamentare e non il governo, ha evidenziato il Ministro delle Riforme Elisabetta Casellati che ieri si è detta soddisfatta del via libera, ma chiede a questo punto l’appoggio della minoranza di governo: “Da parte mia e da parte dell’esecutivo c’è stata una volontà di venire incontro alle esigenze dell’opposizione. Abbiamo rinunciato all’elezione diretta del Presidente della Repubblica, che faceva parte del nostro programma, perché non gradito e quindi abbiamo virato sul premierato per cercare un punto di caduta. Mi auguro che nel prossimo futuro ci sia la consapevolezza da parte delle opposizioni di un dialogo che ho sempre tenuto e di un punto di caduta che è necessario trovare quando si discute una legge importante come la legge costituzionale”. Ma a oggi “non ho avuto risposte in tal senso”. E difficilmente le avrà dato che il Capodelegazione Pd all’Europarlamento ha sùbito detto che “collaborare su una riforma che di fatto smantella le garanzie fondamentali delle nostre istituzioni è impossibile. Siamo l’unico Paese al mondo che si avventura in questa direzione”.
La maggioranza
Ha parlato di un voto storico il Presidente dei senatori di FdI Lucio Malan: “Dovranno essere gli italiani a decidere da chi essere governati. La sovranità ritorna nelle mani del popolo e non in quelle delle agenzie di rating o di oscure operazioni dietro le quinte”. Per Il Presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri l’elezione diretta del Premier è un principio fondamentale di una democrazia vera e compiuta: “Bisogna andare avanti con la discussione in Commissione al Senato, superando incertezze e ostruzionismi. Senza mischiare altri argomenti. La questione della legge elettorale, se verrà, verrà dopo. Perché sarebbe assurdo parlare di un tema conseguente senza aver varato la riforma prioritaria, ovverosia quella dell’elezione diretta del Primo Ministro”. Qualche perplessità aleggia invece all’interno del Carroccio se è vero che il Senatore della Lega Paolo Tosato ha espresso dubbi sull’efficacia del testo approvato, sottolineando la necessità di garantire una maggioranza politica coesa per sostenere il Presidente del Consiglio: Mi auguro che il testo attuale garantisca questa circostanza, altrimenti credo che ci sia margine per migliorare il testo, anche se mi auguro che non sia necessario”.
Le opposizioni
Dal punto di vista delle opposizioni, a parte il punto di vista del Pd di cui sopra, il Premierato “è una riforma pasticciata e strabica: le intenzioni dichiarate senza sosta dal Centrodestra sono cosa assai diversa dalle conseguenze pratiche di questo scellerato intervento sulla Costituzione”, il punto di vista del M5S attraverso le parole della Senatrice Alessandra Maiorino, Vicepresidente del gruppo. Ha parlato di obbrobrio il Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, il quale dando per scontato che l’elezione diretta del Premier passerà anche all’Aula del Senato, dà appuntamento al popolo italiano “che boccerà al referendum costituzionale questo che è un vero e proprio stravolgimento della Costituzione fatto nel peggiore dei modi”. “Pd e M5S portano gravi responsabilità in questo senso. Troppo impegnati a tirarsi colpi nassi, hanno lasciato campo libero alla Destra”, il parere di Osvaldo Napoli di Azione.