lunedì, 8 Luglio, 2024
Attualità

La Via Crucis del Papa: “La follia della guerra sui bambini”

Al Colosseo il tradizionale rito pasquale tra conflitti, hater e violenza sulle donne

La guerra, una follia che ricade (soprattutto) sui bambini. Anche ieri, nel corso del tradizionale rito della Via Crucis al Colosseo (in una Roma blindata a causa delle tensioni internazionali) il Papa ha puntato il dito sui conflitti in atto, dall’Ucraina al Medioriente. “Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie? Come reagisco alla follia della guerra a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare?”. Con una commovente domanda, Francesco ha invitato a riflettere sulle reazioni umane di fronte alla pazzia degli scontri e alle sofferenze dei più vulnerabili, facendo riferimento alle parole di Gesù, che ha pianto su Gerusalemme e sulla durezza dei cuori umani: “Scuotimi dentro, dammi la grazia di piangere pregando e di pregare piangendo”, la supplica del Pontefice, evidenziando quindi la necessità di un coinvolgimento emotivo profondo di fronte alle tragedie del mondo.

Cristi umiliati

Nelle meditazioni, scritte di suo, il Santo Padre si è immedesimato con la sofferenza di Gesù durante la sua Via Crucis, identificandola presenza di Cristo nei volti sofferenti e umiliati dalla sopraffazione: “Fa’ che ti veda nei sofferenti e che veda i sofferenti in te perché tu sei lì, in chi è spogliato di dignità, nei cristi umiliati dalla prepotenza e dall’ingiustizia, da guadagni iniqui fatti sulla pelle degli altri nell’indifferenza generale”, la preghiera del Santo Padre, sottolineando l’importanza di riconoscere la dignità umana in ogni persona, specialmente nei più emarginati e vulnerabili.

Haters nel mirino

Il Vescovo di Roma non ha esitato quindi a criticare anche l’odio diffuso attraverso i social media, spiegando come la mancanza di conoscenza e di verità possa portare all’emissione di giudizi e condanne ingiuste: “Basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”, ha osservato, invitando a riflettere sul potere delle parole e sull’importanza di un dialogo rispettoso e compassionevole anche nell’era digitale. Basta anche alla violenza verbale: ”Gesù giudice santo che mi chiamerai per nome, liberami dai giudizi temerari, dai pettegolezzi e dalle parole violente e offensive”.

La vicinanza alle donne

Nel corso delle meditazioni per la Via Crucis il Papa ha espresso la propria vicinanza alle donne, riconoscendo il loro dolore e la loro sofferenza, ma anche la loro speranza e la loro capacità di farsi sentire nonostante il silenzio che spesso le circonda. “Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, loro che a Pasqua sono state fedeli e vicine a te, ma che ancora oggi vengono scartate, subendo oltraggi e violenze”, l’appello di Francesco a Gesù.

14 volte Gesù

Le meditazioni di Francesco hanno rappresentato un’incarnazione viva dei suoi pensieri più intimi e delle sue preoccupazioni più profonde per l’umanità sofferente. L’invocazione conclusiva, ricca di significato e carica di fede, ha ritratto un toccante atto di affidamento a Gesù, il quale viene invocato come fonte di speranza, pace e protezione. Nell’invocare il suo nome quattordici volte, il Pontefice ha sottolineato l’importanza centrale della figura di Cristo nella vita dei credenti e nel destino del mondo intero. Con una profonda umiltà e consapevolezza della propria incompiutezza, il Santo Padre si è affidato totalmente alla speranza che solo Gesù può offrire, invocandolo come giudice santo e salvatore universale.

Attraverso le sue meditazioni, il Vescovo di Roma ha quindi invitato tutti a unirsi in preghiera per coloro che sono spesso trascurati: “Gesù, fa’ che ti riconosca e ti ami. Nei bimbi non nati e in quelli abbandonati”, ricordando anche i giovani che attendono con ansia qualcuno che ascolti il loro grido di dolore, gli anziani che vengono spesso dimenticati e trascurati, i detenuti che vivono nell’isolamento e tutti coloro che si trovano soli e privi di sostegno.

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