L’armata siriana ha dichiarato che i raid aerei di Israele, avvenuti venerdì mattina nei pressi di Aleppo, hanno provocato un numero indeterminato di vittime e feriti, oltre a cospicui danni materiali. Secondo quanto riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’entità di monitoraggio dell’opposizione con sede nel Regno Unito, l’offensiva ha mirato ai depositi di armi di Hezbollah, il gruppo militante libanese, situati nel sobborgo di Jibreen, adiacente all’aeroporto internazionale di Aleppo, e nella limitrofa città di Safira, dove si trova un’importante installazione militare. L’Osservatorio ha confermato la morte di 36 soldati siriani e sei miliziani di Hezbollah, oltre a decine di feriti, qualificando l’episodio come l’attacco più letale degli ultimi tempi. Da parte israeliana non vi sono state comunicazioni immediate in merito agli attacchi. Israele, impegnata a prevenire l’ancoraggio iraniano nel territorio settentrionale confinante, ha condotto negli anni centinaia di operazioni militari contro bersagli in aree siriane sotto il controllo governativo, senza tuttavia ammetterne frequentemente la responsabilità.
La sentenza
Questo bombardamento è avvenuto a meno di un giorno di distanza dalla sentenza della Corte internazionale di giustizia, che ha esortato Israele all’unanimità a prendere misure immediate ed efficaci per assicurare l’arrivo di viveri essenziali alla popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. La Corte ha rilevato una grave crisi umanitaria a Gaza, con la fame che si sta diffondendo rapidamente. “La Corte osserva che i palestinesi di Gaza non sono solo a rischio di carestia, ma stanno effettivamente iniziando a soffrirne”, hanno dichiarato i giudici. Queste nuove disposizioni sono state richieste dal Sudafrica nell’ambito di un processo in cui Israele è accusata di genocidio nei confronti della popolazione di Gaza.