Il Consolato generale d’Italia e l’Istituto italiano di cultura di Edimburgo, in Scozia, partecipano all’Edinburgh Science Festival 2024, la prima e più grande celebrazione della scienza al mondo. Tra i presenti ci saranno l’ingegnere chimico Raffaella Ocone, lo scienziato quantistico Daniele Faccio e il chimico medicinale Stefano Moro per scoprire come l’intelligenza artificiale sta plasmando i loro campi scientifici e perché è molto di più di una semplice ChatGPT. Durante il G7 italiano il tema dell’intelligenza artificiale sarà uno dei più rilevanti è oggi la Commissione Lavoro della Camera, in merito all’indagine conoscitiva sul rapporto tra Intelligenza artificiale e mondo del lavoro, ha in agenda alcune audizioni rilevanti tra cui Stefano Quintarelli, cofondatore e general partner di Rialto Ventures e già membro del gruppo di esperti di alto livello sull’Intelligenza artificiale della Commissione europea.
La mente-alveare
Un futuro alla Star Trek, nel quale i sistemi di Intelligenza artificiale saranno connessi fra loro in modo simile alla mente-alveare dei Borg, è già in via di elaborazione da parte di un gruppo di ricercatori europei. Descritto sulla rivista Nature Machine Intelligence, lo scenario è il frutto della ricerca coordinata dall’italiano Andrea Soltoggio, che lavora nell’università britannica di Loughborough. “L’idea è che che la conoscenza acquisita da questi sistemi di Intelligenza artificiale può essere riutilizzata e condivisa a livello globale, in una rete di tante unità indipendenti. Questo – ha detto Soltoggio all’agenzia Ansa – non si verifica ancora”, ma la direzione nella molti gruppi di ricerca nel mondo stanno lavorando è proprio questa.
Impatto energetico
“La convergenza di questi progressi scientifici e tecnologici – si legge nell’articolo della rivista – porterà alla nascita di nuovi tipi di sistemi di Intelligenza artificiale scalabili, resilienti e sostenibili”. Insomma qualcosa di molto diverso dalle divulgazioni alla ChatGPT che, tra l’altro, secondo i ricercato sono “costosi”, “non condivisibili” e neppure “duraturi.” Inoltre questi sistemi, ancora primordiali, sprecano troppa energia e hanno un impatto ambientale non sostenibile. Dunque anche l’intelligenza artificiale deve essere resa “collettiva” e capace di evolversi e di condividere informazioni e dati. Come è stato con Internet, anche l’intelligenza artificiale va verso la direzione di “alveare”.
Distinguere le informazioni
“Se qualcosa di illecito o non etico venisse comunicato da un sistema, potrebbe essere redistribuito a livello globale in modo quasi istantaneo. La soluzione – dice Solteggio – è perciò creare entità che abbiano la capacità di distinguere le informazioni lecite da quelle nocive e di decidere in merito a livello individuale. Dovrà esserci un controllo. Le regole non devono essere necessariamente globali: nel momento in cui un’entità ha una sua lista di regole si può creare una democrazia: preferirei centinaia di migliaia di sistemi con regole diverse, rispetto a un unico sistema con regole anche buone”. L’idea, prosegue, è “creare un sistema in cui non ci sia una concentrazione del potere in poche aziende”. La sfida, adesso, è “dimostrare la possibilità di un questo sistema cooperativo con i fatti. Tanti gruppi di ricerca, compreso il mio, stanno lavorando in questa direzione. Speriamo – ha concluso Soltoggio – che questi esempi vengano ampliati e utilizzati”.