martedì, 17 Dicembre, 2024
Le Storie

Il sacrificio di Don Puglisi a difesa di poveri

Legalità e impegno contro la mafia

Sono passati 30 anni dalla morte di Don Pino Puglisi, prete ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993. Era un sacerdote di periferia come tanti che ha osato sfidare i mafiosi e la loro prepotenza nel contesto della Palermo dei primi anni 90 dopo l’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino. Era un prete che rinunciò all’abito talare per mettersi dalla parte dei giovani allo scopo di strapparli dalla realtà mafiosa a Palermo, un parroco attivo nel sociale in particolare nel quartiere Zen, dove il fenomeno mafioso era estremamente diffuso. Grazie alla sua attività Don Puglisi ha fatto in modo che tanti ragazzi potessero percorrere una strada diversa da quella della mafia e della delinquenza, offriva loro un’altra possibile via, come dimostra la fondazione del centro Padre Nostro che lui usava per strapparli alle grinfie mafiose. Era un prete molto seguito dai giovani di Palermo e questo ha costituito un guaio per le attività mafiose della zona e per Cosa nostra, che decretò la sua uccisione, avvenuta nel settembre del ‘93. In quel terribile giorno fu sparato alla nuca da un sicario della mafia, che lo colpì alle spalle, non riuscendo però a evitare l’attenzione di Puglisi, che prima di essere attinto disse: “Me lo aspettavo”. I responsabili della sua morte, Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza furono arrestati e confessarono tutto, erano al servizio dei fratelli Graviano.

Le testimonianze di affetto

Tanti i messaggi in sua memoria in occasione del trentennale del suo omicidio, in particolare quelli del presidente della Repubblica Mattarella e del Pontefice. Pino Puglisi, che nel settembre del 2013, a 20 anni dalla sua morte è stato beatificato da Papa Francesco, ha conosciuto il Cardinale Ernesto Ruffini. Ruffini, lombardo ma vescovo a Palermo, denunciò la diffamazione contro la Sicilia in quanto propaganda contro i cittadini onesti etichettati come mafiosi. È stato il primo uomo di chiesa ad esprimersi contro la mafia, tanto da definirla, con coraggio, “uno stato nello stato”. Per fare un paragone biblico una storia come quella di Puglisi è un Davide contro Golia nella Sicilia degli anni ’90. Perché gli eroi biblici sono un esempio di umiltà che sconfiggono la superbia e l’arroganza: in questo caso quella mafiosa nella sua bella Sicilia”.

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