mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Pil pro-capite in Italia al 97% della media europea

Potere d'acquisto: Francia 101%, Germania 115%, Spagna 89%

Potere d’acquisto, nel 2023 il Pil pro-capite in Italia è stato poco sotto la media europea. A comunicarlo è stato ieri Eurostat che nella sua nota ha anche fatto la ‘conta’ dei morti all’interno dell’Unione europea nel 2021: 5,3 milioni i decessi.

Prodotto interno lordo

Le stime pubblicate ieri dall’Ufficio statistico dell’Ue hanno messo in evidenza la complessità delle dinamiche economiche all’interno dell’Ue e hanno sottolineato l’importanza di considerare le differenze nazionali nel contesto delle politiche economiche e sociali dell’Unione.

Difatti all’interno dello studio dell’Ufficio statistico dell’Ue si è letto che nel 2023 il Prodotto interno lordo pro-capite espresso in standard di potere d’acquisto (che indica quante cose si possono comprare in un momento specifico con una determinata quantità di denaro, in base ai prezzi definiti dal mercato) ha evidenziato notevoli disparità tra i Paesi del Vecchio continente. Nello specifico le analisi delle stime hanno rivelato che il Pil varia dal 64% della media dell’Ue in Bulgaria al 240% in Lussemburgo. Italia, Francia, Germania e Spagna si posizionano rispettivamente al di sotto, attorno o poco sopra la media dell’Unione, con valori del 97%, 101%, 115% e 89%.

Le parità di potere d’acquisto (Pps) rappresentano un’unità monetaria artificiale concepita per riflettere il potere d’acquisto in ogni nazione dell’Ue. Ma le differenze di prezzo tra i Paesi possono rendere necessarie quantità diverse di unità monetarie nazionali per acquistare gli stessi beni e servizi. Un fenomeno, questo, che è evidente quando si confrontano i costi di vita in diverse nazioni; a esempio, il prezzo di un caffè può variare significativamente da un Paese all’altro.

Il Pil pro-capite espresso in Pps si ottiene dividendo l’aggregato economico di un Paese nella valuta nazionale per le rispettive parità di potere d’acquisto. Ed Eurostat ha rilevato che nel 2023 sono state osservate notevoli differenze nel Pil.

I casi Lussemburgo e Irlanda

Lussemburgo e Irlanda hanno registrato i livelli più elevati, rispettivamente 140% e 112% sopra la media dell’Ue, superando Paesi Bassi, Danimarca e Austria. Al contrario, Bulgaria, Grecia e Lettonia hanno registrato Pil pro capite più bassi, rispettivamente del 36%, 33% e 29% al di sotto della media dell’Unione. L’alta posizione del Lussemburgo è in parte attribuita alla significativa presenza di lavoratori transfrontalieri, che non vengono inclusi nella popolazione residente utilizzata per calcolare il Pil pro capite. Nel caso dell’Irlanda, invece, la presenza di grandi società multinazionali con proprietà intellettuale ha contribuito al suo elevato Prodotto interno lordo. In soldoni, le attività economiche associate a queste società contribuiscono al Pil, ma gran parte del reddito generato viene rimpatriato verso i proprietari finali delle aziende al di fuori del Paese.

Dunque, l’Unione europea ha registrato un totale di 5,3 milioni di morti nel 2021: malattie cardiovascolari, il cancro e il Covid-19 sono state le principali cause di decesso, secondo Eurostat. Le malattie circolatorie hanno rappresentato la causa più comune di decessi, con un totale di 1,71 milioni di decessi, corrispondenti al 32% del totale. Il cancro è stato classificato come la seconda causa più frequente, con 1,14 milioni di decessi, pari al 22% del totale. Il Covid-19 ha completato il podio delle principali cause di morte, con 0,57 milioni di decessi, l’11% del totale. Altre cause significative di mortalità includono le malattie respiratorie (0,32 milioni; 6%), le cause esterne di morbilità e mortalità (0,23 milioni; 4%), le malattie dell’apparato digerente (0,21 milioni; 4%), i disturbi mentali e comportamentali (0,19 milioni; 4%) e le malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (0,17 milioni; 3%).

In Italia, sono stati registrati complessivamente 706mila decessi nel corso dell’anno.

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