Secondo il rapporto sui residui di farmaci veterinari negli alimenti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) la presenza di sostanze negli animali vivi e nei prodotti di origine animale negli Stati membri dell’UE, in Islanda e Norvegia è “bassa”. Alla Commissione Europea sono stati segnalati in totale 600.320 campioni; ovvero 342.850 campioni mirati e 3.892 campioni sospetti segnalati ai sensi della Direttiva 96/23/CE del Consiglio, nonché 2.772 campioni raccolti all’importazione e 250.806 campioni raccolti nel quadro di programmi sviluppati secondo le normative nazionali. Nel complesso, la percentuale di campioni non conformi nel 2022 (0,18%) è stata paragonabile a quella dei 13 anni precedenti (0,17%-0,37%).
Le sostanze monitorate
Il rapporto esamina una varietà di gruppi di sostanze, inclusi ormoni, antibatterici, contaminanti ambientali, sostanze proibite e altri farmaci veterinari. La relazione annuale dell’Efsa per il 2022 rivela che la percentuale di campioni non conformi è stata dello 0,18%, paragonabile ai 13 anni precedenti, quando la non conformità variava dallo 0,17% allo 0,37%. Il dato per il 2021 è stato dello 0,17%. Il livello complessivo di non conformità nei campioni mirati (ovvero quelli prelevati per individuare usi illegali o verificare il mancato rispetto dei livelli massimi consentiti) è stato dello 0,27%, paragonabile ai quattro anni precedenti (0,24%-0,35%) e leggermente superiore a quello del 2021 (0,24%).
La normativa
Nell’Unione europea l’utilizzo degli antibiotici negli animali da allevamento è stato vietato nel 2006, con un aggiornamento nel 2022 che ha ristretto ulteriormente i rari casi in cui è possibile utilizzarli. Ad oggi, infatti, è proibito utilizzare antibiotici a scopo preventivo o come promotori della crescita negli animali da allevamento, ma solo a scopo terapeutico, ossia per curare determinate infezioni.
Efsa Knowledge Junction
Il rapporto dell’Autorità europea rassicura innanzitutto sul corretto funzionamento della catena di monitoraggio degli alimenti: la maggior parte dei paesi ha infatti fornito il numero richiesto di campioni, ricavati da programmi e campagne nazionali di controllo dell’utilizzo di farmaci veterinari negli animali da allevamento. È quindi un segno della maggiore attenzione dei governi alla salute dei cittadini e alla lotta all’antimicrobico resistenza secondo l’approccio OneHealth (che considera in modo integrato la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente) promosso dall’Ue. L’insieme completo di dati della relazione, per un totale di circa 13 milioni di risultati analitici, sarà presto reso disponibile tramite l’Efsa Knowledge Junction. Questo archivio aperto è progettato per migliorare la trasparenza, la riproducibilità e l’utilizzabilità delle prove nelle valutazioni dei rischi per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi.