mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Giovani

Cgia. In 465mila abbandonano la scuola. Cervelli in fuga 55.500

Nel corso del 2022 in Italia il numero dei giovani che hanno abbandonato la scuola prematuramente ha raggiunto quota 465.000 unità, corrispondenti all’11,5% della popolazione compresa nella fascia di età 18-24 anni. Allo stesso tempo, i cosiddetti ‘cervelli in fuga’, coloro che hanno scelto di trasferirsi all’estero, sono stati 55.500. Sono dati che sottolineano una disparità evidente, con il numero di giovani che abbandonano la scuola prematuramente che è ben otto volte superiore a quello dei giovani che emigrano verso altri Paesi. Ma sono due problematiche cruciali che non ricevono la stessa attenzione da parte dell’opinione pubblica. Mentre la fuga dei giovani all’estero è vista come un fenomeno preoccupante, la dispersione scolastica non viene percepita allo stesso modo, nonostante il suo impatto sociale significativo. Secondo l’Ufficio studi della Cgia, per le piccole e medie imprese sarà sempre più difficile trovare personale adeguatamente preparato. Questo è particolarmente vero considerando la crisi demografica in atto e l’avvento della rivoluzione digitale, che avranno pesanti ripercussioni sulle imprese italiane.

Due problemi

L’Italia si trova ad affrontare due gravi problemi nell’ambito dell’istruzione e della formazione: una bassa percentuale di diplomati e laureati, soprattutto nelle materie scientifiche, e un alto tasso di povertà educativa, spesso correlato alla povertà economica. Le cause dell’abbandono scolastico sono molteplici e includono fattori culturali, sociali ed economici, con i giovani provenienti da contesti svantaggiati e famiglie con basso livello di istruzione che hanno maggiori probabilità di lasciare la scuola prima di completare il percorso di studi.

Va comunque segnalato che, talvolta, l’abbandono scolastico può essere causato da una insoddisfazione per l’offerta formativa disponibile. In questo senso va sottolineato lo straordinario lavoro inclusivo svolto dagli istituti di Istruzione e Formazione Professionale. Queste realtà sono diventate un punto di riferimento per gli allievi di nazionalità straniera, per quelli con disabilità e per gli studenti reduci da insuccessi scolastici precedenti. Scuole che spesso operano in aree caratterizzate da un forte degrado urbano e sociale che, grazie allo straordinario lavoro ‘antidispersivo’ svolto, andrebbero sostenute con maggiori risorse di quante ne sono state messe a disposizione fino a ora

Male il Sud

A livello territoriale sono le regioni del Sud che presentano i livelli di abbandono scolastico più elevati. Pertanto, dal confronto tra la dispersione scolastica e la “fuga di cervelli” è la Campania a presentare il gap più elevato (la prima è numericamente 16 più grande della seconda). Seguono la Puglia e la Sicilia con 14, e la Toscana e la Sardegna con 8. A livello europeo, l’Italia si trova al terzo posto per quanto riguarda l’abbandono scolastico tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, con solo Spagna e Germania con risultati peggiori. Sono numeri, per l’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, che sottolineano l’urgenza di affrontare la questione dell’istruzione in modo efficace e mirato per garantire un futuro migliore per i giovani italiani e per il Paese nel suo complesso.

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